Come creare un mame da una talea di olmo cinese
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Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Ciao a tutti, vi voglio raccontare la storia di questa piantina: partendo da una piccola talea di olmo cinese sto provando a realizzare un bonsai mame, ovvero di piccole dimensioni: i mame non dovrebbero superare i 10 cm circa di altezza dal nebari e personalmente mi affascinano molto, anche per l'emozione di poter tenere un albero sul palmo di una mano!
A Marzo del 2009 feci una talea con un rametto di una Zelkova nire, perchè il suo movimento mi sembrava interessante. Feci la talea in un bicchiere forato sul fondo riempito di perlite al 100% senza l'uso di ormoni radicanti: interrai il rametto nella perlite per un tratto di circa 3 cm e lo tenni sempre annaffiato con sola acqua, e radicò tranquillamente (le talee di olmo cinese radicano facilmente).
Ad Aprile del 2010 la tirai fuori dalla perlite e si presentava così:
La parte che avevo adocchiato come interessante è la sola prima parte del tronchetto, che aveva un buon movimento (in foto non si vede ma era tridimensionale e non una S piatta) come evidenziato in questa foto:
Per progettare un bonsai (soprattutto di latifoglia) da zero, partendo da una piantina normale, da vivaio o come qui da talea, bisogna prima di tutto pensare alla base e al tronco; tutto quello che c'è oltre non potrà mai far parte del disegno finale, infatti se il tronco è ancora piccolo, i rami presenti ora saranno troppo grandi e quindi inservibili per quando il tronco avrà raggiunto le dimensioni volute. Se invece la pianta è già abbastanza grande, si può valutare anche la dimensione, la partenza e la posizione dei primi rami bassi, che potrebbero essere utili per il disegno finale. Tutto il resto però non bisognerebbe considerarlo proprio, perchè la gran parte della ramificazione presente andrà eliminata e via via ricostruita, il bonsai cioè si costruisce un passo alla volta, partendo dal basso, quindi prima la base e il tronco, poi il primo ramo basso, poi il secondo, e via via i successivi.
Tornando alla piantina, la sistemai in una ciotola da coltivazione, ovvero piuttosto grande rispetto alle sue dimensioni:
A questo punto la lasciai crescere assolutamente indisturbata, cioè senza potature o legature o altro, per un anno intero. Il mio scopo in questa fase, infatti, era far sviluppare un buon apparato radicale, una buona base, e allargare un po' il tronchetto, e la cosa migliore per fare ciò è la crescita indisturbata, ovviamente con la giusta concimazione. Io concimai questa piantina esattamente come le altre piante in coltivazione più grandi, con un concime bilanciato a titoli non troppo bassi.
A Maggio del 2011, un anno dopo il trapianto in ciotola, la piantina si presentava così, era cresciuta parecchio ma ovviamente in modo completamente disordinato:
In questa foto si può vedere che il tronchetto poco sopra la base si biforcava in due rami praticamente dello stesso diametro:
Secondo il mio progetto, il ramo che avevo scelto come prosecuzione del tronco è quello di sinistra, mentre quello di destra era destinato ad essere eliminato completamente. A questo punto dunque applicai la tecnica del "ramo di sacrificio": potai drasticamente il ramo di sinistra, quello appunto prescelto, e durante tutta la stagione lo tenni sempre potato cimandolo più volte, mentre il ramo di destra (il ramo di sacrificio), quello cioè destinato ad essere eliminato, lo lasciai crescere ancora indisturbato per tutto il resto dell'anno.
Nell'inverno 2011-2012 la pianta si presentava quindi così: il rametto di sinistra è quello cimato e potato, il rametto di destra è invece il ramo di sacrificio, e come si può notare, lasciandolo crescere indisturbato, raggiunse un diametro quasi doppio dell'altro:
La tecnica del "ramo di sacrificio" è una tecnica essenziale e irrinunciabile nella costruzione (ma anche nel mantenimento) di un bonsai. A grandi linee funziona così: si lascia andare indisturbato un ramo (il ramo di sacrificio) in un punto strategico, mentre si tiene potato il resto della vegetazione, in questo modo il ramo che si allunga e si ingrossa liberamente fa ingrossare più velocemente la parte di tronco o ramo che sta prima della sua attaccatura rispetto alla parte che sta dopo. Nel mio caso, il mio ramo di sacrificio ha fatto crescere il diametro del tronchetto dalla base fino al punto di biforcazione, mentre il ramo di sinistra, essendo stato tenuto potato, è cresciuto pochissimo: ho creato così una differenza di diametro tra la base e la parte apicale, ovvero un po' di conicità . Ottenuto il risultato voluto, il ramo di sacrificio, come suggerisce il nome, viene eliminato completamente. Di solito i rami di sacrificio lasciati crescere fin dall'inizio della primavera vengono eliminati completamente a fine Maggio-inizio Giugno; se però l'effetto desiderato non è stato raggiunto, si possono lasciare ancora per eliminarli un anno dopo, alla fine dell'inverno, contemporaneamente alle normali potature.
I rami di sacrificio sono molto utili per far ingrossare un ramo più velocemente di altri e creare conicità , ma sono utili anche per concentrare energie in una specifica parte della pianta in vista di una potatura dalla quale si desideri ottenere numerosi nuovi getti arretrati con il risveglio di più gemme dormienti e avventizie, infine si utilizzano anche in fase di mantenimento di un bonsai per riequilibrare la vigoria (solitamente nei palchi più bassi che tendono a indebolirsi).
A Febbraio del 2012 ho fatto un rinvaso con potatura abbastanza drastica delle radici e della parte aerea.
Prima di tutto ho eliminato completamente il ramo di sacrificio: questo ha ovviamente lasciato una cicatrice sul tronco, ma avevo già previsto che questa sarebbe stata sul retro della pianta. Ho poi potato il ramo di interesse all'essenziale; ecco la foto:
Subito dopo ho potato anche le radici, che si erano sviluppate molto. Purtroppo, come si nota anche in foto, ho trovato alla base della pianta tre radici principali un po' troppo grosse, ma l'olmo tende a fare queste radici cicciotte, quasi tuberose: con i prossimi interventi cercherò di eliminare le radici grosse e sostituirle con più radici ma più piccole, ma per questa volta le ho solo potate; ecco la foto:
Poichè la pianta non doveva più crescere indisturbata e veloce ma dovevo cominciare a creare un apparato radicale fine e fitto e soprattutto la ramificazione, ho rinvasato la pianta in un vaso più piccolo, un vasetto bonsai, sempre sovradimensionato per la pianta, ma più piccolo della precedente ciotola. In questa foto fatta durante il rinvaso si vedono i fili con cui ho legato la piantina ai fori di drenaggio del vaso:
Come substrato ho usato un mix di tefralite (un tipo di lapillo simile alla pomice), sabbia e un po' di Terriccio Universale.
Marzo del 2012: ottimo e vigoroso risveglio dalla stasi invernale:
Aprile del 2012: nuovi getti in allungamento:
Inizio Giugno del 2012:
A questo punto era giunto il momento per un altro intervento: cimatura dei rametti e prima impostazione.
Questo era proprio il momento più adatto per queste operazioni. Si consideri infatti, per esempio, la foto di aprile 2012: si vede bene come i rametti in allungamento sono ancora erbacei e le foglie tenere; a questo stadio crescono ancora con la spinta delle riserve accumulate precedentemente, è dunque un errore potare i rametti in questo momento, perchè si costringerebbe la pianta a ricrearne di nuovi, con nuovo dispendio di energie, senza averle dato il tempo di accumularne di nuove. Nella foto di giugno si nota bene invece che i rametti sono belli lignificati e le foglie belle coriacee: a questo stadio stanno facendo già da un po' il loro lavoro di fotosintesi di sostanze nutritive. Oltre al discorso energetico c'è anche il discorso ormonale da tenere presente, e in definitiva, in generale, la fine della primavera è un buon momento per fare le cimature dei nuovi rami spuntati in primavera; giugno infatti è un classico per questo intervento (che garantisce in questo modo la partenza di molte gemme anche arretrate), come anche per eliminare rami di sacrificio eventuali, e anche per la defogliazione (nei pochi casi in cui dovesse essere il caso di farla).
Dunque a giugno del 2012 ho fatto la classica "prima impostazione" di questa piantina, ovvero un intervento di potatura e modellatura con il filo che si fa su un prebonsai per dare la prima impronta di base della futura forma del bonsai.
Questo era l'aspetto della piantina dopo la sola potatura:
La sola potatura solo in rari casi può essere sufficiente; in questo caso, come nella maggior parte dei casi, era necessario imprimere la giusta forma ai rami e/o tronco con del filo metallico (rame o alluminio). Applicare il filo metallico a una piantina così piccola non sembra ma è davvero un'operazione complicata: oltre alla delicatezza estrema che occorre usare per non danneggiare i rametti, occorre anche un'ottima manualità e precisione, perchè non si ha spazio di manovra, non potendo entrare con le dita in mezzo ai rami.
Ho usato fili del diametro di 1mm e 0.6mm. Poichè era la mia prima esperienza di impostazione di una pianta così piccola, mi ritengo molto soddisfatta. Ecco una foto:
Come si vede in foto, ho dato la giusta impostazione al primo ramo (quello in basso a sinistra), al secondo ramo (quello a destra), e alla parte superiore del tronchetto (cioè la parte in alto a destra), secondo i canoni di un eretto informale. Ovviamente il moncone in alto a sinistra (che evidenzio con una freccia rossa nella prossima foto) non rientra nel disegno finale e dovrò eliminarlo; l'ho lasciato solo per ancorarci i fili e gli eventuali tiranti:
Come si nota, la piantina ha già acquistato il suo carattere e l'impronta del futuro disegno è già evidente, anche se sono presenti solo il primo e il secondo ramo principale: le ramificazioni successive (terzo ramo, quarto ecc) si dovranno necessariamente creare in un secondo momento, perchè dovranno essere di diametro sempre più piccolo man mano che si sale verso l'apice. Il discorso è ovviamente generale, in questo caso i diametri sono così piccoli che difficilmente otterrò grosse differenze tra i primi rami bassi e i successivi, ma il principio è questo.
Durante la piega del secondo ramo è stato necessario fare una "scosciatura", di cui mostro il particolare al centro di questa foto:
La scosciatura è un'altra tecnica che si usa spesso nella creazione di un bonsai. Se un ramo parte da un tronco facendo un angolo troppo stretto e noi vogliamo abbassarlo (aumentando quindi l'angolo), se lo pieghiamo solamente otterremo un antiestetico effetto "canna da pesca", perchè il ramo si curverà verso il basso ma l'attaccatura al tronco resterà con la stessa inclinazione di prima. Per ottenere un buon risultato estetico, dovremo cambiare proprio l'angolo di inserzione del ramo al tronco "scosciandolo", cioè distaccando leggermente la base del ramo dal tronco, in modo da aumentare l'angolo, cambiando cioè l'inclinazione del ramo anche all'attaccatura.
La scosciatura, provocando una ferita alla base del ramo, può sembrare una tecnica invasiva e pericolosa, invece se fatta nel periodo e nel modo giusto non lo è affatto, e la ferita si rimargina presto. La scosciatura si applica principalmente in due casi: ai rami delle conifere anche di grandi dimensioni, e ai rametti delle latifoglie molto giovani (di solito getti dell'anno ancora semilegnosi).
Tornando alla mia piantina, il secondo ramo partiva diretto troppo verso l'alto, per questo ho dovuto fare la scosciatura, ovvero l'ho leggermente separato dal tronchetto, ho praticamente spaccato un po' e allargato la biforcazione, in modo che il rametto partisse leggermente verso il basso. I primi rami bassi di un bonsai, infatti, devono partire sempre piuttosto orizzontalmente o verso il basso, a rappresentare rami vecchi di una pianta vecchia.
Giugno del 2012, appena due settimane dopo l'intervento:
La piantina, come si può vedere, ha risposto molto bene, e la ferita della scosciatura si è rimarginata perfettamente.
A fine Giugno del 2012 ho slegato la piantina: i rami hanno preso abbastanza bene la forma, la parte alta del tronchetto invece tendeva a tornare leggermente da una parte, così l'ho legato con un tirantino fissato al moncone di cui ho già detto. Ecco una foto dal retro che mostra il tirante:
A Settembre del 2012, la pianta ha questo aspetto (primo piano):
Foto complessiva della pianta:
In questa foto, oltre al fatto che già posso tenere il mio bonsai nel palmo della mano con mia grande commozione, si può notare di nuovo l'uso di un altro ramo di sacrificio. Avendo infatti creato il primo e il secondo ramo contemporaneamente, questi erano più o meno dello stesso diametro; siccome invece occorre che il primo ramo basso sia il più grosso di tutti, dal suo apice ho lasciato crescere indisturbato un ramo di sacrificio: in questo modo il primo ramo basso aumenterà di diametro molto più velocemente dell'altro, e quando avrà raggiunto la giusta dimensione potrò eliminare il ramo di sacrificio e creare il palchetto normalmente.
Spero che la mia esperienza fino a questo punto possa essere stata utile. I prossimi step saranno dedicati alla formazione dei rami primari successivi, e alla creazione della ramificazione secondaria e di ordine superiore; nel contempo la piantina verrà rinvasata ogni anno per sistemare l'apparato radicale, dapprima nello stesso vaso, poi via via in vasi sempre più piccoli.
A Marzo del 2009 feci una talea con un rametto di una Zelkova nire, perchè il suo movimento mi sembrava interessante. Feci la talea in un bicchiere forato sul fondo riempito di perlite al 100% senza l'uso di ormoni radicanti: interrai il rametto nella perlite per un tratto di circa 3 cm e lo tenni sempre annaffiato con sola acqua, e radicò tranquillamente (le talee di olmo cinese radicano facilmente).
Ad Aprile del 2010 la tirai fuori dalla perlite e si presentava così:
La parte che avevo adocchiato come interessante è la sola prima parte del tronchetto, che aveva un buon movimento (in foto non si vede ma era tridimensionale e non una S piatta) come evidenziato in questa foto:
Per progettare un bonsai (soprattutto di latifoglia) da zero, partendo da una piantina normale, da vivaio o come qui da talea, bisogna prima di tutto pensare alla base e al tronco; tutto quello che c'è oltre non potrà mai far parte del disegno finale, infatti se il tronco è ancora piccolo, i rami presenti ora saranno troppo grandi e quindi inservibili per quando il tronco avrà raggiunto le dimensioni volute. Se invece la pianta è già abbastanza grande, si può valutare anche la dimensione, la partenza e la posizione dei primi rami bassi, che potrebbero essere utili per il disegno finale. Tutto il resto però non bisognerebbe considerarlo proprio, perchè la gran parte della ramificazione presente andrà eliminata e via via ricostruita, il bonsai cioè si costruisce un passo alla volta, partendo dal basso, quindi prima la base e il tronco, poi il primo ramo basso, poi il secondo, e via via i successivi.
Tornando alla piantina, la sistemai in una ciotola da coltivazione, ovvero piuttosto grande rispetto alle sue dimensioni:
A questo punto la lasciai crescere assolutamente indisturbata, cioè senza potature o legature o altro, per un anno intero. Il mio scopo in questa fase, infatti, era far sviluppare un buon apparato radicale, una buona base, e allargare un po' il tronchetto, e la cosa migliore per fare ciò è la crescita indisturbata, ovviamente con la giusta concimazione. Io concimai questa piantina esattamente come le altre piante in coltivazione più grandi, con un concime bilanciato a titoli non troppo bassi.
A Maggio del 2011, un anno dopo il trapianto in ciotola, la piantina si presentava così, era cresciuta parecchio ma ovviamente in modo completamente disordinato:
In questa foto si può vedere che il tronchetto poco sopra la base si biforcava in due rami praticamente dello stesso diametro:
Secondo il mio progetto, il ramo che avevo scelto come prosecuzione del tronco è quello di sinistra, mentre quello di destra era destinato ad essere eliminato completamente. A questo punto dunque applicai la tecnica del "ramo di sacrificio": potai drasticamente il ramo di sinistra, quello appunto prescelto, e durante tutta la stagione lo tenni sempre potato cimandolo più volte, mentre il ramo di destra (il ramo di sacrificio), quello cioè destinato ad essere eliminato, lo lasciai crescere ancora indisturbato per tutto il resto dell'anno.
Nell'inverno 2011-2012 la pianta si presentava quindi così: il rametto di sinistra è quello cimato e potato, il rametto di destra è invece il ramo di sacrificio, e come si può notare, lasciandolo crescere indisturbato, raggiunse un diametro quasi doppio dell'altro:
La tecnica del "ramo di sacrificio" è una tecnica essenziale e irrinunciabile nella costruzione (ma anche nel mantenimento) di un bonsai. A grandi linee funziona così: si lascia andare indisturbato un ramo (il ramo di sacrificio) in un punto strategico, mentre si tiene potato il resto della vegetazione, in questo modo il ramo che si allunga e si ingrossa liberamente fa ingrossare più velocemente la parte di tronco o ramo che sta prima della sua attaccatura rispetto alla parte che sta dopo. Nel mio caso, il mio ramo di sacrificio ha fatto crescere il diametro del tronchetto dalla base fino al punto di biforcazione, mentre il ramo di sinistra, essendo stato tenuto potato, è cresciuto pochissimo: ho creato così una differenza di diametro tra la base e la parte apicale, ovvero un po' di conicità . Ottenuto il risultato voluto, il ramo di sacrificio, come suggerisce il nome, viene eliminato completamente. Di solito i rami di sacrificio lasciati crescere fin dall'inizio della primavera vengono eliminati completamente a fine Maggio-inizio Giugno; se però l'effetto desiderato non è stato raggiunto, si possono lasciare ancora per eliminarli un anno dopo, alla fine dell'inverno, contemporaneamente alle normali potature.
I rami di sacrificio sono molto utili per far ingrossare un ramo più velocemente di altri e creare conicità , ma sono utili anche per concentrare energie in una specifica parte della pianta in vista di una potatura dalla quale si desideri ottenere numerosi nuovi getti arretrati con il risveglio di più gemme dormienti e avventizie, infine si utilizzano anche in fase di mantenimento di un bonsai per riequilibrare la vigoria (solitamente nei palchi più bassi che tendono a indebolirsi).
A Febbraio del 2012 ho fatto un rinvaso con potatura abbastanza drastica delle radici e della parte aerea.
Prima di tutto ho eliminato completamente il ramo di sacrificio: questo ha ovviamente lasciato una cicatrice sul tronco, ma avevo già previsto che questa sarebbe stata sul retro della pianta. Ho poi potato il ramo di interesse all'essenziale; ecco la foto:
Subito dopo ho potato anche le radici, che si erano sviluppate molto. Purtroppo, come si nota anche in foto, ho trovato alla base della pianta tre radici principali un po' troppo grosse, ma l'olmo tende a fare queste radici cicciotte, quasi tuberose: con i prossimi interventi cercherò di eliminare le radici grosse e sostituirle con più radici ma più piccole, ma per questa volta le ho solo potate; ecco la foto:
Poichè la pianta non doveva più crescere indisturbata e veloce ma dovevo cominciare a creare un apparato radicale fine e fitto e soprattutto la ramificazione, ho rinvasato la pianta in un vaso più piccolo, un vasetto bonsai, sempre sovradimensionato per la pianta, ma più piccolo della precedente ciotola. In questa foto fatta durante il rinvaso si vedono i fili con cui ho legato la piantina ai fori di drenaggio del vaso:
Come substrato ho usato un mix di tefralite (un tipo di lapillo simile alla pomice), sabbia e un po' di Terriccio Universale.
Marzo del 2012: ottimo e vigoroso risveglio dalla stasi invernale:
Aprile del 2012: nuovi getti in allungamento:
Inizio Giugno del 2012:
A questo punto era giunto il momento per un altro intervento: cimatura dei rametti e prima impostazione.
Questo era proprio il momento più adatto per queste operazioni. Si consideri infatti, per esempio, la foto di aprile 2012: si vede bene come i rametti in allungamento sono ancora erbacei e le foglie tenere; a questo stadio crescono ancora con la spinta delle riserve accumulate precedentemente, è dunque un errore potare i rametti in questo momento, perchè si costringerebbe la pianta a ricrearne di nuovi, con nuovo dispendio di energie, senza averle dato il tempo di accumularne di nuove. Nella foto di giugno si nota bene invece che i rametti sono belli lignificati e le foglie belle coriacee: a questo stadio stanno facendo già da un po' il loro lavoro di fotosintesi di sostanze nutritive. Oltre al discorso energetico c'è anche il discorso ormonale da tenere presente, e in definitiva, in generale, la fine della primavera è un buon momento per fare le cimature dei nuovi rami spuntati in primavera; giugno infatti è un classico per questo intervento (che garantisce in questo modo la partenza di molte gemme anche arretrate), come anche per eliminare rami di sacrificio eventuali, e anche per la defogliazione (nei pochi casi in cui dovesse essere il caso di farla).
Dunque a giugno del 2012 ho fatto la classica "prima impostazione" di questa piantina, ovvero un intervento di potatura e modellatura con il filo che si fa su un prebonsai per dare la prima impronta di base della futura forma del bonsai.
Questo era l'aspetto della piantina dopo la sola potatura:
La sola potatura solo in rari casi può essere sufficiente; in questo caso, come nella maggior parte dei casi, era necessario imprimere la giusta forma ai rami e/o tronco con del filo metallico (rame o alluminio). Applicare il filo metallico a una piantina così piccola non sembra ma è davvero un'operazione complicata: oltre alla delicatezza estrema che occorre usare per non danneggiare i rametti, occorre anche un'ottima manualità e precisione, perchè non si ha spazio di manovra, non potendo entrare con le dita in mezzo ai rami.
Ho usato fili del diametro di 1mm e 0.6mm. Poichè era la mia prima esperienza di impostazione di una pianta così piccola, mi ritengo molto soddisfatta. Ecco una foto:
Come si vede in foto, ho dato la giusta impostazione al primo ramo (quello in basso a sinistra), al secondo ramo (quello a destra), e alla parte superiore del tronchetto (cioè la parte in alto a destra), secondo i canoni di un eretto informale. Ovviamente il moncone in alto a sinistra (che evidenzio con una freccia rossa nella prossima foto) non rientra nel disegno finale e dovrò eliminarlo; l'ho lasciato solo per ancorarci i fili e gli eventuali tiranti:
Come si nota, la piantina ha già acquistato il suo carattere e l'impronta del futuro disegno è già evidente, anche se sono presenti solo il primo e il secondo ramo principale: le ramificazioni successive (terzo ramo, quarto ecc) si dovranno necessariamente creare in un secondo momento, perchè dovranno essere di diametro sempre più piccolo man mano che si sale verso l'apice. Il discorso è ovviamente generale, in questo caso i diametri sono così piccoli che difficilmente otterrò grosse differenze tra i primi rami bassi e i successivi, ma il principio è questo.
Durante la piega del secondo ramo è stato necessario fare una "scosciatura", di cui mostro il particolare al centro di questa foto:
La scosciatura è un'altra tecnica che si usa spesso nella creazione di un bonsai. Se un ramo parte da un tronco facendo un angolo troppo stretto e noi vogliamo abbassarlo (aumentando quindi l'angolo), se lo pieghiamo solamente otterremo un antiestetico effetto "canna da pesca", perchè il ramo si curverà verso il basso ma l'attaccatura al tronco resterà con la stessa inclinazione di prima. Per ottenere un buon risultato estetico, dovremo cambiare proprio l'angolo di inserzione del ramo al tronco "scosciandolo", cioè distaccando leggermente la base del ramo dal tronco, in modo da aumentare l'angolo, cambiando cioè l'inclinazione del ramo anche all'attaccatura.
La scosciatura, provocando una ferita alla base del ramo, può sembrare una tecnica invasiva e pericolosa, invece se fatta nel periodo e nel modo giusto non lo è affatto, e la ferita si rimargina presto. La scosciatura si applica principalmente in due casi: ai rami delle conifere anche di grandi dimensioni, e ai rametti delle latifoglie molto giovani (di solito getti dell'anno ancora semilegnosi).
Tornando alla mia piantina, il secondo ramo partiva diretto troppo verso l'alto, per questo ho dovuto fare la scosciatura, ovvero l'ho leggermente separato dal tronchetto, ho praticamente spaccato un po' e allargato la biforcazione, in modo che il rametto partisse leggermente verso il basso. I primi rami bassi di un bonsai, infatti, devono partire sempre piuttosto orizzontalmente o verso il basso, a rappresentare rami vecchi di una pianta vecchia.
Giugno del 2012, appena due settimane dopo l'intervento:
La piantina, come si può vedere, ha risposto molto bene, e la ferita della scosciatura si è rimarginata perfettamente.
A fine Giugno del 2012 ho slegato la piantina: i rami hanno preso abbastanza bene la forma, la parte alta del tronchetto invece tendeva a tornare leggermente da una parte, così l'ho legato con un tirantino fissato al moncone di cui ho già detto. Ecco una foto dal retro che mostra il tirante:
A Settembre del 2012, la pianta ha questo aspetto (primo piano):
Foto complessiva della pianta:
In questa foto, oltre al fatto che già posso tenere il mio bonsai nel palmo della mano con mia grande commozione, si può notare di nuovo l'uso di un altro ramo di sacrificio. Avendo infatti creato il primo e il secondo ramo contemporaneamente, questi erano più o meno dello stesso diametro; siccome invece occorre che il primo ramo basso sia il più grosso di tutti, dal suo apice ho lasciato crescere indisturbato un ramo di sacrificio: in questo modo il primo ramo basso aumenterà di diametro molto più velocemente dell'altro, e quando avrà raggiunto la giusta dimensione potrò eliminare il ramo di sacrificio e creare il palchetto normalmente.
Spero che la mia esperienza fino a questo punto possa essere stata utile. I prossimi step saranno dedicati alla formazione dei rami primari successivi, e alla creazione della ramificazione secondaria e di ordine superiore; nel contempo la piantina verrà rinvasata ogni anno per sistemare l'apparato radicale, dapprima nello stesso vaso, poi via via in vasi sempre più piccoli.
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:35 am - modificato 1 volta.
Claudia Marconi- Messaggi : 248
Data d'iscrizione : 11.01.15
Località : Roma
Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Ecco un ulteriore step.
A Febbraio 2013 la piantina si presentava così (il ramo di sacrificio, che esce dalla foto, era molto lungo, come si vede nelle foto passate):
Per via dell'inverno non troppo rigido, insieme probabilmente a un lieve eccesso di concimazione, la piantina ha tenuto le foglie anche d'inverno invece di spogliarsi come gli anni scorsi. E' rimasta comunque immobile fino a fine Febbraio, quando hanno cominciato a gonfiarsi le gemme, per cui ho deciso di intervenire e rinvasare.
Prima di tutto ho potato il lungo ramo di sacrificio (anche se l'ho lasciato un pelo più lungo del dovuto, sarà rifilato in un secondo momento) e ho potato anche gli altri rametti; poi ho tagliato via quasi tutte le foglie lasciandone giusto una o due in cima ai rametti, in modo da muovermi meglio per la filatura; quindi ho appunto applicato il filo e ho rimesso meglio in posa la parte alta del tronchetto e direzionato bene gli altri rametti lasciati (eccetto il primo ramo basso). Che faticaccia, eheheheh! Ho usato filo da 1.2mm, 1mm e persino uno da 0.5mm (praticamente un capello di rame :mrgreen: ). Ecco il risultato:
Peccato che in foto non si vede bene, ma il primo e il secondo ramo stanno già prendendo forma presentando già una biforcazione, mentre più sù ci sono già un rametto di profondità e un rametto quasi sul fronte! Questi ultimi due danno molta tridimensionalità alla piantina, tuttavia non è detto che terrò proprio questi, magari li sostituirò con altri, vedremo, intanto mi occupo dei primi due più bassi.
Una volta fatta la filatura e impostazione, ho svasato la piantina. Le radici in un solo anno erano cresciute molto, la più lunga era lunga più di 80cm! Ancora non mi capacito di come potesse stare tutta in quel vasetto!
Ho ovviamente potato le radici. Inoltre ho approfittato della manegevolezza della piantina fuori dal vaso per applicare un tirante al primo ramo basso, che aveva preso bene la forma ma si era leggermente rialzato rispetto a come l'avevo messo con la prima filatura dell'anno scorso. Ecco quindi una foto con le radici potate e il tirante per abbassare il primo ramo basso:
Ecco un primo piano del tirante, dove si nota che lì dove il filo va a fare forza sul ramo ho messo come protezione un piccolo pezzettino di gomma (di camera d'aria di bicicletta):
Tra le radici ce n'era una che non era diretta in modo corretto, dunque ho deciso di avvolgerla con un filo e direzionarla così nel modo corretto. Ecco il particolare:
Ho messo volutamente il filo non aderente alla radice ma molto molto lasco, lento. Infatti le radici si possono direzionare con diversi metodi (tiranti, forcine, filatura, ecc); se si decide di farlo con la filatura bisogna stare molto attenti e avvolgere il filo in modo molto molto lasco, perchè solitamente non si ha la possibilità di andare a togliere il filo prima di un intero anno, in occasione di un altro rinvaso, e in tutto quel tempo la radice molto facilmente può venire strozzata dal filo! Ecco perchè ho applicato il filo con spire così larghe. Ad ogni modo la radice è abbastanza superficiale, dunque avrò modo di controllare fra qualche mese se il filo comincia a segnarla scavando leggermente.
Ecco dunque l'aspetto finale della piantina che, come avevo detto, per questa volta ho rimesso nello stesso vaso:
Per il rinvaso ho usato lapillo come strato di drenaggio, e per il resto un mix di pomice, ghiaino spezzettato e un po' di TU.
Sono molto soddisfatta del risultato! E' stato molto faticoso fare queste operazioni chirurgiche, ma è andato tutto bene.
Ah, ovviamente, come già detto, il moncone del vecchio tronco non fa parte del disegno finale, l'ho lasciato per ancorarci i fili (utilissimo!). In futuro però lo eliminerò, quindi posto una foto ritoccata in cui ho cancellato col Photoshop il moncone in questione (lì dove indica la freccia), in modo che si percepisca la struttura vera della piantina:
Questa invece è una foto fatta dal lato destro, per farvi vedere il movimento del tronco visto lateralmente:
Il fronte ovviamente è quello indicato dalla direzione della freccia. Come si vede in questa foto laterale, e ho evidenziato con la linea tratteggiata, il tronchetto visto dal fronte va verso il retro per il primo tratto, per poi riportarsi verso il fronte nella parte apicale, e questo (eccetto che per alcuni particolari stili come l'eretto formale) è un concetto valido in generale nel bonsai: il tronco deve presentare un leggera concavità verso il fronte in modo che l'apice sia portato verso l'osservatore, è un gioco di prospettive che migliora l'aspetto del bonsai.
Bene, è tutto per questo step. Al prossimo aggiornamento!
A Febbraio 2013 la piantina si presentava così (il ramo di sacrificio, che esce dalla foto, era molto lungo, come si vede nelle foto passate):
Per via dell'inverno non troppo rigido, insieme probabilmente a un lieve eccesso di concimazione, la piantina ha tenuto le foglie anche d'inverno invece di spogliarsi come gli anni scorsi. E' rimasta comunque immobile fino a fine Febbraio, quando hanno cominciato a gonfiarsi le gemme, per cui ho deciso di intervenire e rinvasare.
Prima di tutto ho potato il lungo ramo di sacrificio (anche se l'ho lasciato un pelo più lungo del dovuto, sarà rifilato in un secondo momento) e ho potato anche gli altri rametti; poi ho tagliato via quasi tutte le foglie lasciandone giusto una o due in cima ai rametti, in modo da muovermi meglio per la filatura; quindi ho appunto applicato il filo e ho rimesso meglio in posa la parte alta del tronchetto e direzionato bene gli altri rametti lasciati (eccetto il primo ramo basso). Che faticaccia, eheheheh! Ho usato filo da 1.2mm, 1mm e persino uno da 0.5mm (praticamente un capello di rame :mrgreen: ). Ecco il risultato:
Peccato che in foto non si vede bene, ma il primo e il secondo ramo stanno già prendendo forma presentando già una biforcazione, mentre più sù ci sono già un rametto di profondità e un rametto quasi sul fronte! Questi ultimi due danno molta tridimensionalità alla piantina, tuttavia non è detto che terrò proprio questi, magari li sostituirò con altri, vedremo, intanto mi occupo dei primi due più bassi.
Una volta fatta la filatura e impostazione, ho svasato la piantina. Le radici in un solo anno erano cresciute molto, la più lunga era lunga più di 80cm! Ancora non mi capacito di come potesse stare tutta in quel vasetto!
Ho ovviamente potato le radici. Inoltre ho approfittato della manegevolezza della piantina fuori dal vaso per applicare un tirante al primo ramo basso, che aveva preso bene la forma ma si era leggermente rialzato rispetto a come l'avevo messo con la prima filatura dell'anno scorso. Ecco quindi una foto con le radici potate e il tirante per abbassare il primo ramo basso:
Ecco un primo piano del tirante, dove si nota che lì dove il filo va a fare forza sul ramo ho messo come protezione un piccolo pezzettino di gomma (di camera d'aria di bicicletta):
Tra le radici ce n'era una che non era diretta in modo corretto, dunque ho deciso di avvolgerla con un filo e direzionarla così nel modo corretto. Ecco il particolare:
Ho messo volutamente il filo non aderente alla radice ma molto molto lasco, lento. Infatti le radici si possono direzionare con diversi metodi (tiranti, forcine, filatura, ecc); se si decide di farlo con la filatura bisogna stare molto attenti e avvolgere il filo in modo molto molto lasco, perchè solitamente non si ha la possibilità di andare a togliere il filo prima di un intero anno, in occasione di un altro rinvaso, e in tutto quel tempo la radice molto facilmente può venire strozzata dal filo! Ecco perchè ho applicato il filo con spire così larghe. Ad ogni modo la radice è abbastanza superficiale, dunque avrò modo di controllare fra qualche mese se il filo comincia a segnarla scavando leggermente.
Ecco dunque l'aspetto finale della piantina che, come avevo detto, per questa volta ho rimesso nello stesso vaso:
Per il rinvaso ho usato lapillo come strato di drenaggio, e per il resto un mix di pomice, ghiaino spezzettato e un po' di TU.
Sono molto soddisfatta del risultato! E' stato molto faticoso fare queste operazioni chirurgiche, ma è andato tutto bene.
Ah, ovviamente, come già detto, il moncone del vecchio tronco non fa parte del disegno finale, l'ho lasciato per ancorarci i fili (utilissimo!). In futuro però lo eliminerò, quindi posto una foto ritoccata in cui ho cancellato col Photoshop il moncone in questione (lì dove indica la freccia), in modo che si percepisca la struttura vera della piantina:
Questa invece è una foto fatta dal lato destro, per farvi vedere il movimento del tronco visto lateralmente:
Il fronte ovviamente è quello indicato dalla direzione della freccia. Come si vede in questa foto laterale, e ho evidenziato con la linea tratteggiata, il tronchetto visto dal fronte va verso il retro per il primo tratto, per poi riportarsi verso il fronte nella parte apicale, e questo (eccetto che per alcuni particolari stili come l'eretto formale) è un concetto valido in generale nel bonsai: il tronco deve presentare un leggera concavità verso il fronte in modo che l'apice sia portato verso l'osservatore, è un gioco di prospettive che migliora l'aspetto del bonsai.
Bene, è tutto per questo step. Al prossimo aggiornamento!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:43 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
E la storia continua!
Marzo 2013: i nuovi germogli:
Inizio Aprile 2013: germogli in allungamento:
Come già detto, non è il caso di cimare quando i germogli sono a questo stadio, erbacei e con le foglie ancora tenere e verde chiaro, perchè ancora non hanno cominciato a sintetizzare sostanze e quindi a far accumulare nuove energie alla pianta che fino a questo momento, invece, ha sfruttato le energie accumulate precedentemente per far aprire le gemme e allungare i germogli.
Fine Aprile 2013: i rametti nuovi, lasciati allungare indisturbati:
Inizio Giugno 2013: ed ecco la piantina con rametti e foglie maturi, pronta per un altro step:
Quest'ultima foto mi dà l'occasione di sottolineare che, mentre un bonsai è in costruzione, può non avere la forma e le proporzioni del disegno finito. Dovendo per esempio lasciar allungare i nuovi rametti, è normale che la chioma risulti in breve tempo sovradimensionata e disordinata, ma questo non è un problema, non bisogna avere fretta di vedere subito il nostro alberello delle dimensioni definitive! Solo quando il lavoro sarà più o meno terminato si avrà più cura di mantenere la chioma in proporzione, tuttavia anche a quel livello ci saranno sempre dei periodi in cui i rametti si fanno crescere un po' e andare fuori forma, per poi cimare e riportare i palchi in forma. Inoltre, ogni tanto anche a bonsai finito è necessario lasciar crescere rami di sacrificio, che temporaneamente usciranno decisamente dalla silhouette della chioma, come ho già accennato. In definitiva un bonsai, anche quando è finito, non può essere "perfetto" per tutto l'anno e/o tutti gli anni.
Marzo 2013: i nuovi germogli:
Inizio Aprile 2013: germogli in allungamento:
Come già detto, non è il caso di cimare quando i germogli sono a questo stadio, erbacei e con le foglie ancora tenere e verde chiaro, perchè ancora non hanno cominciato a sintetizzare sostanze e quindi a far accumulare nuove energie alla pianta che fino a questo momento, invece, ha sfruttato le energie accumulate precedentemente per far aprire le gemme e allungare i germogli.
Fine Aprile 2013: i rametti nuovi, lasciati allungare indisturbati:
Inizio Giugno 2013: ed ecco la piantina con rametti e foglie maturi, pronta per un altro step:
Quest'ultima foto mi dà l'occasione di sottolineare che, mentre un bonsai è in costruzione, può non avere la forma e le proporzioni del disegno finito. Dovendo per esempio lasciar allungare i nuovi rametti, è normale che la chioma risulti in breve tempo sovradimensionata e disordinata, ma questo non è un problema, non bisogna avere fretta di vedere subito il nostro alberello delle dimensioni definitive! Solo quando il lavoro sarà più o meno terminato si avrà più cura di mantenere la chioma in proporzione, tuttavia anche a quel livello ci saranno sempre dei periodi in cui i rametti si fanno crescere un po' e andare fuori forma, per poi cimare e riportare i palchi in forma. Inoltre, ogni tanto anche a bonsai finito è necessario lasciar crescere rami di sacrificio, che temporaneamente usciranno decisamente dalla silhouette della chioma, come ho già accennato. In definitiva un bonsai, anche quando è finito, non può essere "perfetto" per tutto l'anno e/o tutti gli anni.
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:45 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Ecco i passaggi di questo step di fine primavera (inizio Giugno 2013). Prima di tutto ho dato una potatina a tutti i rametti tenendomi per il momento un po' più lunga del necessario, ed ecco come si presentava la pianta:
Il filo stava leggermente incidendo i rametti, per cui era proprio ora di toglierlo. Tolto il filo ho visto con piacere che i rametti tenevano la forma che gli avevo dato. Ecco come si presentava l'olmetto una volta tolto il filo:
Prima di procedere con la chioma, ho tolto uno strato superficiale di terriccio, per andare a controllare lo stato della radice che avevo filato a Febbraio. Durante il rinvaso di fine inverno infatti avevo avvolto una piccola radice con un filo per dargli una direzione e un andamento migliore, e avevo avvolto questo filo in modo molto lasco affinchè la radice non venisse strozzata in poco tempo (intervento di cui avevo postato foto e descrizione). Ora sono andata a controllare e questo è quello che ho trovato:
Il filo è ancora piuttosto largo rispetto alla radicina, dunque ho deciso di lasciarlo ancora per qualche altro mese.
A proposito di radici, vi faccio notare come la base della piantina che si vede bene nell'ultma foto, nelle precedenti era un po' interrata, e a fine lavorazione l'ho interrata di nuovo: per il momento, finchè la pianta è in vaso da coltivazione, preferisco così, poi abbasserò il livello del terreno in modo che si veda la base quando rinvaserò nel vasetto da mame.
Per quanto riguarda la ramificazione, primo e secondo ramo hanno assunto la forma che volevo, ma ora c'era da filare e direzionare la ramificazione secondaria su essi, per cominciare a dare una forma ai palchi.
Questa volta ho usato il filo di alluminio da 1mm.
Ecco il particolare della filatura di un secondario sul primo ramo (siamo sul primo ramo basso, lo vedete a destra invece che a sinistra perchè la foto è fatta dal retro):
Poi ho filato un altro secondario sul primo ramo basso, e poi anche un secondario sul secondo ramo, che ho mandato verso il retro per farne un palco di profondità, come spero si veda e si capisca in questa foto (lo vedete sulla destra, che va un po' verso il basso e verso il retro della pianta):
Come si nota dalle foto precedenti, anche questa volta ho ancorato i fili al moncone che ho lasciato apposta per questo scopo, e devo dire che è utilissimo! Il prossimo inverno però credo che lo toglierò.
Notare anche che man mano che sistemavo i rametti li ho anche accorciati ancora un po' (inizialmente li avevo lasciati di proposito un po' lunghi).
Poi ho filato un altro secondario del secondo ramo, e con lo stesso filo, salendo per il tronchetto, sono andata a filare anche il terzo rametto primario, che viene quasi verso il fronte. Nella foto precedente lo vedete in alto a sinistra, quello un po' più grossetto, e come vedete andava verso l'alto. L'ho filato e abbassato, e questa è una foto del particolare, la foto però è presa lateralmente (dal lato destro) e non dal fronte, in modo che si vedesse meglio:
In quest'ultima foto in pratica si vede il terzo rametto primario che va verso il fronte (in alto a sinistra nella foto), e il ramo di profondità che va verso il retro di cui ho parlato prima (in basso a destra nella foto).
Ricapitolando, in questo step ho fatto filatura e impostazione dei secondari del primo e secondo ramo primario, nonchè del terzo ramo primario.
Ecco una foto del risultato finale, in cui ho tolto con Photoshop il moncone di ancoraggio per i fili, in modo che non disturbasse l'aspetto d'insieme:
Come al solito in foto sembra tutto più schiacciato, ma la chioma dal vivo è molto tridimensionale, sia sul primo che sul secondo ramo si stanno già formando i palchetti belli allargati, con diverse ramificazioni secondarie aperte più o meno come le dita di una mano aperta. A me piace molto come sta venendo!
Per dare un minimo di idea tridimensionale metto un'altra foto presa un po' dall'alto e di lato:
Ultima osservazione: in queste ultime foto non avevo ancora reinterrato la base, per cui si può vedere finalmente l'aspetto della piantina compresa la parte bassa del tronco e la partenza delle radici (nebari), un po' come sarà nel vaso definitivo.
Prossimi interventi: ora dovrebbero spuntare nuovi germogli dalle gemme sotto le foglie; li farò crescere un po' ma non troppo, dovrò cimarli presto, non devo far prendere diametro ma devo creare ramificazioni, ma la piantina è in salute ed è adeguatamente concimata, e quindi è preparata per questo tipo di intervento. Col prossimo aggiornamento vedremo se tutto è andato come previsto!
Il filo stava leggermente incidendo i rametti, per cui era proprio ora di toglierlo. Tolto il filo ho visto con piacere che i rametti tenevano la forma che gli avevo dato. Ecco come si presentava l'olmetto una volta tolto il filo:
Prima di procedere con la chioma, ho tolto uno strato superficiale di terriccio, per andare a controllare lo stato della radice che avevo filato a Febbraio. Durante il rinvaso di fine inverno infatti avevo avvolto una piccola radice con un filo per dargli una direzione e un andamento migliore, e avevo avvolto questo filo in modo molto lasco affinchè la radice non venisse strozzata in poco tempo (intervento di cui avevo postato foto e descrizione). Ora sono andata a controllare e questo è quello che ho trovato:
Il filo è ancora piuttosto largo rispetto alla radicina, dunque ho deciso di lasciarlo ancora per qualche altro mese.
A proposito di radici, vi faccio notare come la base della piantina che si vede bene nell'ultma foto, nelle precedenti era un po' interrata, e a fine lavorazione l'ho interrata di nuovo: per il momento, finchè la pianta è in vaso da coltivazione, preferisco così, poi abbasserò il livello del terreno in modo che si veda la base quando rinvaserò nel vasetto da mame.
Per quanto riguarda la ramificazione, primo e secondo ramo hanno assunto la forma che volevo, ma ora c'era da filare e direzionare la ramificazione secondaria su essi, per cominciare a dare una forma ai palchi.
Questa volta ho usato il filo di alluminio da 1mm.
Ecco il particolare della filatura di un secondario sul primo ramo (siamo sul primo ramo basso, lo vedete a destra invece che a sinistra perchè la foto è fatta dal retro):
Poi ho filato un altro secondario sul primo ramo basso, e poi anche un secondario sul secondo ramo, che ho mandato verso il retro per farne un palco di profondità, come spero si veda e si capisca in questa foto (lo vedete sulla destra, che va un po' verso il basso e verso il retro della pianta):
Come si nota dalle foto precedenti, anche questa volta ho ancorato i fili al moncone che ho lasciato apposta per questo scopo, e devo dire che è utilissimo! Il prossimo inverno però credo che lo toglierò.
Notare anche che man mano che sistemavo i rametti li ho anche accorciati ancora un po' (inizialmente li avevo lasciati di proposito un po' lunghi).
Poi ho filato un altro secondario del secondo ramo, e con lo stesso filo, salendo per il tronchetto, sono andata a filare anche il terzo rametto primario, che viene quasi verso il fronte. Nella foto precedente lo vedete in alto a sinistra, quello un po' più grossetto, e come vedete andava verso l'alto. L'ho filato e abbassato, e questa è una foto del particolare, la foto però è presa lateralmente (dal lato destro) e non dal fronte, in modo che si vedesse meglio:
In quest'ultima foto in pratica si vede il terzo rametto primario che va verso il fronte (in alto a sinistra nella foto), e il ramo di profondità che va verso il retro di cui ho parlato prima (in basso a destra nella foto).
Ricapitolando, in questo step ho fatto filatura e impostazione dei secondari del primo e secondo ramo primario, nonchè del terzo ramo primario.
Ecco una foto del risultato finale, in cui ho tolto con Photoshop il moncone di ancoraggio per i fili, in modo che non disturbasse l'aspetto d'insieme:
Come al solito in foto sembra tutto più schiacciato, ma la chioma dal vivo è molto tridimensionale, sia sul primo che sul secondo ramo si stanno già formando i palchetti belli allargati, con diverse ramificazioni secondarie aperte più o meno come le dita di una mano aperta. A me piace molto come sta venendo!
Per dare un minimo di idea tridimensionale metto un'altra foto presa un po' dall'alto e di lato:
Ultima osservazione: in queste ultime foto non avevo ancora reinterrato la base, per cui si può vedere finalmente l'aspetto della piantina compresa la parte bassa del tronco e la partenza delle radici (nebari), un po' come sarà nel vaso definitivo.
Prossimi interventi: ora dovrebbero spuntare nuovi germogli dalle gemme sotto le foglie; li farò crescere un po' ma non troppo, dovrò cimarli presto, non devo far prendere diametro ma devo creare ramificazioni, ma la piantina è in salute ed è adeguatamente concimata, e quindi è preparata per questo tipo di intervento. Col prossimo aggiornamento vedremo se tutto è andato come previsto!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:50 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Ed ecco gli aggiornamenti:
Metà Giugno 2013: come previsto, in breve tempo si sono aperte tutte le gemme sotto le foglie che avevo lasciato!
Questo è un particolare del primo ramo basso:
Ed ecco i nuovi germogli sul secondo ramo:
1 Luglio 2013: dopo aver fatto crescere un po' i nuovi germogli, come avevo detto anticipatamente li ho cimati abbastanza presto, senza farli ingrossare troppo, e questo è il risultato ottenuto:
Ancora la ramificazione è appena accennata, ma con questa potatura la chioma ha più o meno la dimensione di come sarà la chioma definitiva, e quindi si comincia a intuire l'aspetto finale. In verità il bonsai ora appare un po' "infossato" ma è comprensibile, visto che come ho già spiegato in passato la base ora è un po' interrata.
Metà Giugno 2013: come previsto, in breve tempo si sono aperte tutte le gemme sotto le foglie che avevo lasciato!
Questo è un particolare del primo ramo basso:
Ed ecco i nuovi germogli sul secondo ramo:
1 Luglio 2013: dopo aver fatto crescere un po' i nuovi germogli, come avevo detto anticipatamente li ho cimati abbastanza presto, senza farli ingrossare troppo, e questo è il risultato ottenuto:
Ancora la ramificazione è appena accennata, ma con questa potatura la chioma ha più o meno la dimensione di come sarà la chioma definitiva, e quindi si comincia a intuire l'aspetto finale. In verità il bonsai ora appare un po' "infossato" ma è comprensibile, visto che come ho già spiegato in passato la base ora è un po' interrata.
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:53 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Fine Agosto 2013: ecco la piantina dopo un'altra bella cimatura. Normalmente, in piante in coltivazione e formazione, non poto più nulla dopo la cimatura di Giugno, perchè di solito devo far ingrossare i rami. In questo caso invece dovevo frenare la crescita dei nuovi rametti per evitare che prendessero troppo diametro, ecco perchè si è resa necessaria un'altra potatura a Luglio e quest'altra a fine Agosto:
Come si può notare, a tre mesi dalla filatura, ho tolto il filo, ed ho tolto anche il moncone che usavo per ancorare i fili, tagliandolo a raso.
Nel prossimo autunno e inverno credo che non farò altri interventi, coltiverò solamente la piantina fino a fine inverno quando farò un nuovo rinvaso. daidai_xx
Come si può notare, a tre mesi dalla filatura, ho tolto il filo, ed ho tolto anche il moncone che usavo per ancorare i fili, tagliandolo a raso.
Nel prossimo autunno e inverno credo che non farò altri interventi, coltiverò solamente la piantina fino a fine inverno quando farò un nuovo rinvaso. daidai_xx
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:54 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Febbraio 2014: ed eccoci a fine inverno con un nuovo intervento su questa piantina! Anche quest'anno i miei olmi cinesi, al contrario degli altri olmi che si sono spogliati tutti, hanno mantenuto le foglie, d'altra parte è stato un inverno eccezionalmente mite... Ecco come si presentava la pianta qualche giorno fa:
E' stata comunque ferma nei mesi invernali, mentre ora qualche gemma si stava gonfiando, e quindi ho deciso di intervenire.
Prima di toglierla dal vaso l'ho potata e l'ho anche filata, ho preferito farlo mentre era ancora nel vecchio vasetto in modo da non stressarla una volta sistemata nel nuovo. Ho usato fili di rame da 1.0 mm, 0.8 mm e 0.6 mm. In questa foto i rametti sono filati, ma non ancora posizionati:
Quindi l'ho svasata, e come sempre ho trovato delle belle radici lunghe lunghe, ma anche molte radichette fini e fitte vicine al colletto:
La potatura delle radici è stata quindi molto facile, ho accorciato le più lunghe e ho fatto dei semplici cambi di apice sulle restanti, e ne ho eliminate completamente solo alcune, che spuntavano proprio sotto alla base. Ah, ricordate la radichetta che avevo filato l'anno scorso? Dopo il controllo estivo, visto che il filo era ancora lasco, avevo deciso di lasciarlo anche per tutto l'inverno, l'ho infatti tolto ora, e devo dire che ha fatto un buon lavoro, la radice ha preso la direzione che volevo. Ecco il risultato dopo la potatura delle radici:
Come nuovo vasetto, anche se è ancora un po' grosso rispetto alla pianta, ho deciso per questa volta di usare il vasetto che mi aveva regalato un amico del club di cui avevo parlato nel sondaggio per l'abbinamento pianta-vaso ( http://www.bonsai-italia.org/forum/viewtopic.php?p=218488#p218488 ).
Vi mostro le foto della preparazione del vasetto. Foto da sotto:
Foto da sopra:
Come si nota nelle foto, ho usato un filo di rame abbastanza grossetto per fissare la retina sul foro di scolo, e come retina ho usato un pezzo di zanzariera di plastica. Solitamente il filo per bloccare la retina si mette al contrario di come ho fatto io, cioè la parte con i due occhielli si mette dentro al vaso sopra la retina, mentre le due estremità dovrebbero sbucare sotto e si ripiegano sotto al vaso. Io però, quando a questo filo devo fissare i fili di ancoraggio, mi trovo meglio come ho mostrato nelle foto, perchè così risultano molto più stabili.
Ed ecco appunto i fili di ancoraggio fatti passare sotto al filo grosso visto prima:
A questo punto ho finalmente direzionato per bene i rametti che avevo filato prima, e ho invasato la pianta nel nuovo vasetto. Sul fondo del vasetto, come strato di drenaggio, ho messo pomice pura di media granulometria, mentre per il resto del substrato ho usato una miscela di pomice fine (circa 70%) e terriccio universale a base di torbe (circa 30%). Avevo pensato di aggiungere anche del ghiaino come avevo fatto l'anno scorso, ma poi ho deciso diversamente e ho usato solo pomice e TU. Ecco il risultato finale: daidai_xx
Peccato che in foto sembra quasi bidimensionale, un po' piatta, invece dal vivo fa un bell'effetto perchè il tronchetto è un po' movimentato e i rametti sono disposti tutto intorno... Ecco una foto dall'alto, giusto per rendere l'idea (il fronte è dal basso nella foto):
Ed infine ecco una foto alla luce del giorno!
Ora la piantina è "alta" 7,5 cm! Credo che una volta formata la cupoletta in apice sarà un pochino più alta, ma non dovrebbe superare gli 8 o 9 cm! daidai_xx Sono molto soddisfatta di questo nuovo step, la piantina sta prendendo forma e anche se ha alcuni difetti a me piace tantissimo!
E' stata comunque ferma nei mesi invernali, mentre ora qualche gemma si stava gonfiando, e quindi ho deciso di intervenire.
Prima di toglierla dal vaso l'ho potata e l'ho anche filata, ho preferito farlo mentre era ancora nel vecchio vasetto in modo da non stressarla una volta sistemata nel nuovo. Ho usato fili di rame da 1.0 mm, 0.8 mm e 0.6 mm. In questa foto i rametti sono filati, ma non ancora posizionati:
Quindi l'ho svasata, e come sempre ho trovato delle belle radici lunghe lunghe, ma anche molte radichette fini e fitte vicine al colletto:
La potatura delle radici è stata quindi molto facile, ho accorciato le più lunghe e ho fatto dei semplici cambi di apice sulle restanti, e ne ho eliminate completamente solo alcune, che spuntavano proprio sotto alla base. Ah, ricordate la radichetta che avevo filato l'anno scorso? Dopo il controllo estivo, visto che il filo era ancora lasco, avevo deciso di lasciarlo anche per tutto l'inverno, l'ho infatti tolto ora, e devo dire che ha fatto un buon lavoro, la radice ha preso la direzione che volevo. Ecco il risultato dopo la potatura delle radici:
Come nuovo vasetto, anche se è ancora un po' grosso rispetto alla pianta, ho deciso per questa volta di usare il vasetto che mi aveva regalato un amico del club di cui avevo parlato nel sondaggio per l'abbinamento pianta-vaso ( http://www.bonsai-italia.org/forum/viewtopic.php?p=218488#p218488 ).
Vi mostro le foto della preparazione del vasetto. Foto da sotto:
Foto da sopra:
Come si nota nelle foto, ho usato un filo di rame abbastanza grossetto per fissare la retina sul foro di scolo, e come retina ho usato un pezzo di zanzariera di plastica. Solitamente il filo per bloccare la retina si mette al contrario di come ho fatto io, cioè la parte con i due occhielli si mette dentro al vaso sopra la retina, mentre le due estremità dovrebbero sbucare sotto e si ripiegano sotto al vaso. Io però, quando a questo filo devo fissare i fili di ancoraggio, mi trovo meglio come ho mostrato nelle foto, perchè così risultano molto più stabili.
Ed ecco appunto i fili di ancoraggio fatti passare sotto al filo grosso visto prima:
A questo punto ho finalmente direzionato per bene i rametti che avevo filato prima, e ho invasato la pianta nel nuovo vasetto. Sul fondo del vasetto, come strato di drenaggio, ho messo pomice pura di media granulometria, mentre per il resto del substrato ho usato una miscela di pomice fine (circa 70%) e terriccio universale a base di torbe (circa 30%). Avevo pensato di aggiungere anche del ghiaino come avevo fatto l'anno scorso, ma poi ho deciso diversamente e ho usato solo pomice e TU. Ecco il risultato finale: daidai_xx
Peccato che in foto sembra quasi bidimensionale, un po' piatta, invece dal vivo fa un bell'effetto perchè il tronchetto è un po' movimentato e i rametti sono disposti tutto intorno... Ecco una foto dall'alto, giusto per rendere l'idea (il fronte è dal basso nella foto):
Ed infine ecco una foto alla luce del giorno!
Ora la piantina è "alta" 7,5 cm! Credo che una volta formata la cupoletta in apice sarà un pochino più alta, ma non dovrebbe superare gli 8 o 9 cm! daidai_xx Sono molto soddisfatta di questo nuovo step, la piantina sta prendendo forma e anche se ha alcuni difetti a me piace tantissimo!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 1:58 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Aprile 2014:
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:00 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Agosto 2014 (Con me in vacanza! )
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:00 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Febbraio 2015
Anche quest'anno la piantina è stata in stasi durante l'inverno, ma non ha perso le foglie, così a fine Gennaio l'ho defogliata io, e ora si presentava così:
Il primo ramo basso sta prendendo una buona forma come ramificazione del palco, mentre i rametti sul secondo ramo sono cresciuti un po' disordinati. In apice alcuni rametti hanno preso troppo diametro, ma sapevo che li avrei sostituiti, e ci sarà da fare anche un cambio d'apice sul tronco lì verso la cima. In effetti ho constatato che bisogna stare molto attenti, che con queste dimensioni è un attimo per i rametti prendere direzioni sbagliate o prendere troppo diametro!
La piantina, come ogni anno in questo periodo, stava gonfiando qualche gemma, ecco un esempio al centro della foto:
Era dunque il momento più adatto per il rinvaso! Visto che a questo punto ho bisogno di fare ramificazione molto fine e compatta, ho deciso di rinvasare in un nuovo vasetto ancora più piccolo. Ho trovato questo vasetto rettangolare non smaltato, lungo 7cm, e piuttosto basso:
Anche questo vasetto non sarà il vaso definitivo, che vorrei chiaro e smaltato, magari ovale, ma almeno per quest'anno andrà benissimo e intanto io farò esperienza di coltivazione in vaso così piccolo.
Ecco le fasi del rinvaso: prima di svasare la piantina l'ho potata un po', e sul secondo ramo ho dovuto usare il filo (di alluminio da 1mm) per tirare su un ramettino ribelle:
Svasata la piantina, ho trovato come al solito una radice fittonante molto più lunga delle altre, ma questa volta era lunga ben 120cm! Anche questa volta non mi capacito di come potesse stare tutta in quel vasetto! Foto col metro di riferimento:
Tolta la radice fittonante, le altre erano belle fini e fitte: le ho semplicemente accorciate un po' e ho tolto quelle proprio sotto alla base:
Il nebari è uno dei difetti di questa piantina. Come già avevo fatto notare, era preferibile alla base un numero maggiore di radici un po' più piccole, ma ormai credo che dovrò tenerle così.
Come substrato ho usato pomice fine sul fondo, e per il resto un mix di pomice con un po' di terriccio a base di torbe, come l'anno scorso. Anche se il vaso è estremamente poco profondo e lo strato di drenaggio sul fondo potrebbe essere non necessario, io l'ho voluto mettere lo stesso perchè questo vasetto ha solo due buchetti piccoli sul fondo (non ho usato retina ovviamente), e per evitare che si tappassero magari col terriccio ho preferito mettere uno stratino di sola pomice.
Ecco la fase di sistemazione della piantina nel nuovo vasetto, con tanto di fili di ancoraggio:
Ed ecco il lavoro terminato:
Anche quest'anno la piantina è stata in stasi durante l'inverno, ma non ha perso le foglie, così a fine Gennaio l'ho defogliata io, e ora si presentava così:
Il primo ramo basso sta prendendo una buona forma come ramificazione del palco, mentre i rametti sul secondo ramo sono cresciuti un po' disordinati. In apice alcuni rametti hanno preso troppo diametro, ma sapevo che li avrei sostituiti, e ci sarà da fare anche un cambio d'apice sul tronco lì verso la cima. In effetti ho constatato che bisogna stare molto attenti, che con queste dimensioni è un attimo per i rametti prendere direzioni sbagliate o prendere troppo diametro!
La piantina, come ogni anno in questo periodo, stava gonfiando qualche gemma, ecco un esempio al centro della foto:
Era dunque il momento più adatto per il rinvaso! Visto che a questo punto ho bisogno di fare ramificazione molto fine e compatta, ho deciso di rinvasare in un nuovo vasetto ancora più piccolo. Ho trovato questo vasetto rettangolare non smaltato, lungo 7cm, e piuttosto basso:
Anche questo vasetto non sarà il vaso definitivo, che vorrei chiaro e smaltato, magari ovale, ma almeno per quest'anno andrà benissimo e intanto io farò esperienza di coltivazione in vaso così piccolo.
Ecco le fasi del rinvaso: prima di svasare la piantina l'ho potata un po', e sul secondo ramo ho dovuto usare il filo (di alluminio da 1mm) per tirare su un ramettino ribelle:
Svasata la piantina, ho trovato come al solito una radice fittonante molto più lunga delle altre, ma questa volta era lunga ben 120cm! Anche questa volta non mi capacito di come potesse stare tutta in quel vasetto! Foto col metro di riferimento:
Tolta la radice fittonante, le altre erano belle fini e fitte: le ho semplicemente accorciate un po' e ho tolto quelle proprio sotto alla base:
Il nebari è uno dei difetti di questa piantina. Come già avevo fatto notare, era preferibile alla base un numero maggiore di radici un po' più piccole, ma ormai credo che dovrò tenerle così.
Come substrato ho usato pomice fine sul fondo, e per il resto un mix di pomice con un po' di terriccio a base di torbe, come l'anno scorso. Anche se il vaso è estremamente poco profondo e lo strato di drenaggio sul fondo potrebbe essere non necessario, io l'ho voluto mettere lo stesso perchè questo vasetto ha solo due buchetti piccoli sul fondo (non ho usato retina ovviamente), e per evitare che si tappassero magari col terriccio ho preferito mettere uno stratino di sola pomice.
Ecco la fase di sistemazione della piantina nel nuovo vasetto, con tanto di fili di ancoraggio:
Ed ecco il lavoro terminato:
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:07 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Febbraio 2015
Per minimizzare al massimo lo stress da rinvaso, ho messo del muschio sulla superficie del substrato:
Marzo 2015
Nuovi getti non molto vigorosi ma va bene:
Aprile 2015
Buona vigoria, ma i getti di numero sono meno di quanto speravo, e le foglie sono ancora molto grandi (sembra un'eresia dire grandi alle foglie dell'olmo cinese ma in questo caso è così):
Per minimizzare al massimo lo stress da rinvaso, ho messo del muschio sulla superficie del substrato:
Marzo 2015
Nuovi getti non molto vigorosi ma va bene:
Aprile 2015
Buona vigoria, ma i getti di numero sono meno di quanto speravo, e le foglie sono ancora molto grandi (sembra un'eresia dire grandi alle foglie dell'olmo cinese ma in questo caso è così):
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:10 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Giugno 2015
La ormai consueta potatura di fine primavera:
Non mi convinceva questa potatura da sola, dunque ho defogliato completamente, sperando in getti con foglie più piccole:
Luglio 2015
Ed ecco i nuovi getti a inizio luglio, con foglie effettivamente più piccole:
Devo dire che come prima esperienza di coltivazione in vaso alto un dito è andata molto bene, temevo per l'estate, e invece la settimana che sono andata al mare ho portato la piantina con me, interrata in un contenitore più grande col vasetto immerso nella perlite. Per il resto, ho annaffiato questa piantina una volta al giorno come tutte le altre, non è affatto vero che un vasetto del genere in estate necessita di essere annaffiato tre volte al giorno! E' bastata una annaffiatura giornaliera come per i vasi grandi!
Notate anche che il muschio che avevo messo a febbraio provvisoriamente per tenere il substrato bello umido, ha attecchito molto bene e l'ho poi tenuto tutto l'anno!
Ottobre 2015
A dire il vero a Ottobre questo muschietto ha cominciato a prendersi un po' troppe libertà, si stava arrampicando sul tronchetto!!! A questo punto l'ho tolto, eheheh!
La ormai consueta potatura di fine primavera:
Non mi convinceva questa potatura da sola, dunque ho defogliato completamente, sperando in getti con foglie più piccole:
Luglio 2015
Ed ecco i nuovi getti a inizio luglio, con foglie effettivamente più piccole:
Devo dire che come prima esperienza di coltivazione in vaso alto un dito è andata molto bene, temevo per l'estate, e invece la settimana che sono andata al mare ho portato la piantina con me, interrata in un contenitore più grande col vasetto immerso nella perlite. Per il resto, ho annaffiato questa piantina una volta al giorno come tutte le altre, non è affatto vero che un vasetto del genere in estate necessita di essere annaffiato tre volte al giorno! E' bastata una annaffiatura giornaliera come per i vasi grandi!
Notate anche che il muschio che avevo messo a febbraio provvisoriamente per tenere il substrato bello umido, ha attecchito molto bene e l'ho poi tenuto tutto l'anno!
Ottobre 2015
A dire il vero a Ottobre questo muschietto ha cominciato a prendersi un po' troppe libertà, si stava arrampicando sul tronchetto!!! A questo punto l'ho tolto, eheheh!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:12 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Febbraio 2016
Passato tranquillamente l'inverno, è di nuovo ora del rinvaso. Confesso che ho pensato di rinvasare il mio amato mame di nuovo in un vaso grosso, perchè anche se la coltivazione nel vasetto è andata bene, la piantina non mi ha fatto molti rametti in numero, e non sono riuscita a strutturare meglio i palchi che sono rimasti quasi come l'anno precedente... Per questa volta però ho deciso di fare un rinvaso molto poco invasivo usando di nuovo questo vasetto piccolo, vedremo come andrà.
Ecco la piantina dopo pulizia e potatura delle radici, ma sono stata molto leggera:
Una foto suggestiva a fine rinvaso al buio della mia soffitta:
Come l'anno scorso ho messo un po' di muschietto sulla superficie del vaso (no, vi assicuro, non è la carta muschio del presepe! E' muschio vero, ma è così sottile e uniforme che sembra un prato inglese ):
A differenza dell'anno scorso, che usai pomice e terriccio, quest'anno ho voluto usare un mix di pomice fine e akadama fine, e in superficie è solo akadama fine, sperando in un più decente effetto estetico. E però è proprio vero che il muschio sull'akadama non attacca!!! Non c'è stato verso, il muschio non ne ha voluto sapere di attecchire e si è seccato (l'anno scorso fu così facile...). Così quest'anno niente muschio!
Passato tranquillamente l'inverno, è di nuovo ora del rinvaso. Confesso che ho pensato di rinvasare il mio amato mame di nuovo in un vaso grosso, perchè anche se la coltivazione nel vasetto è andata bene, la piantina non mi ha fatto molti rametti in numero, e non sono riuscita a strutturare meglio i palchi che sono rimasti quasi come l'anno precedente... Per questa volta però ho deciso di fare un rinvaso molto poco invasivo usando di nuovo questo vasetto piccolo, vedremo come andrà.
Ecco la piantina dopo pulizia e potatura delle radici, ma sono stata molto leggera:
Una foto suggestiva a fine rinvaso al buio della mia soffitta:
Come l'anno scorso ho messo un po' di muschietto sulla superficie del vaso (no, vi assicuro, non è la carta muschio del presepe! E' muschio vero, ma è così sottile e uniforme che sembra un prato inglese ):
A differenza dell'anno scorso, che usai pomice e terriccio, quest'anno ho voluto usare un mix di pomice fine e akadama fine, e in superficie è solo akadama fine, sperando in un più decente effetto estetico. E però è proprio vero che il muschio sull'akadama non attacca!!! Non c'è stato verso, il muschio non ne ha voluto sapere di attecchire e si è seccato (l'anno scorso fu così facile...). Così quest'anno niente muschio!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:15 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Maggio 2016
Oh, finalmente quest'anno le foglie sono uscite piccole già da subito, questa è una foto di Maggio, senza aver mai potato nulla:
Particolare rispetto alle dita: finalmente le foglie si sono rimpicciolite parecchio, basta confrontare con la foto di aprile dell'anno scorso!
Giugno 2016
E questa è una foto di Giugno dopo una leggerissima cimatura:
Devo dire che ha acquistato già un bel po' di maturità, sono proprio soddisfatta di come sta evolvendo il mio mame!!!
Però non sono del tutto soddisfatta di questo anno in questo vasetto, quindi penso che tornerò in un vaso più grande, infatti ho bisogno di infittire e maturare molto la ramificazione dei palchi, mentre ho notato che in questo vasetto le foglie si rimpiccoliscono ma di rami non ne escono molti in numero, e non crescono molto nel complesso, quindi va bene per mantenimento e affinamento della maturità una volta terminata la strutturazione, ma io qui ancora non ho finito di farlo! Eh non c'è niente da fare, in vaso definitivo (come dimensione per lo meno) non si può mettere la pianta prima che sia "finita"!
Agosto 2016
Per la cronaca e come curiosità, questa è una foto di questa estate: questa volta non ho portato il mame con me in vacanza! Che ansia, sapeste! L'ho invece lasciato a casa con l'irrigazione automatica. Il gocciolatoio era più grande di lui, ehehehe!
Oh, finalmente quest'anno le foglie sono uscite piccole già da subito, questa è una foto di Maggio, senza aver mai potato nulla:
Particolare rispetto alle dita: finalmente le foglie si sono rimpicciolite parecchio, basta confrontare con la foto di aprile dell'anno scorso!
Giugno 2016
E questa è una foto di Giugno dopo una leggerissima cimatura:
Devo dire che ha acquistato già un bel po' di maturità, sono proprio soddisfatta di come sta evolvendo il mio mame!!!
Però non sono del tutto soddisfatta di questo anno in questo vasetto, quindi penso che tornerò in un vaso più grande, infatti ho bisogno di infittire e maturare molto la ramificazione dei palchi, mentre ho notato che in questo vasetto le foglie si rimpiccoliscono ma di rami non ne escono molti in numero, e non crescono molto nel complesso, quindi va bene per mantenimento e affinamento della maturità una volta terminata la strutturazione, ma io qui ancora non ho finito di farlo! Eh non c'è niente da fare, in vaso definitivo (come dimensione per lo meno) non si può mettere la pianta prima che sia "finita"!
Agosto 2016
Per la cronaca e come curiosità, questa è una foto di questa estate: questa volta non ho portato il mame con me in vacanza! Che ansia, sapeste! L'ho invece lasciato a casa con l'irrigazione automatica. Il gocciolatoio era più grande di lui, ehehehe!
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:17 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Ciao a tutti! Vorrei aggiornare la storia del mio mame.
Febbraio 2017
Quest'inverno, col freddo che ha fatto, al contrario di altre volte anche gli olmi cinesi hanno perso le foglie. A febbraio comunque si stavano gonfiando le gemme, così ho rinvasato. Alla fine ho deciso di rimetterlo nello stesso vasetto, perchè l'idea di metterlo in uno più grande mi è sembrata un po' "pericolosa", temevo che avrebbe potuto perdere miniaturizzazione e proporzioni. Le radici comunque le ho potate molto poco, e questo è il risultato finale:
Come si nota anche in foto, nella parte bassa della chioma c'erano un paio di cose da correggere: un ramettino sul primo ramo che si dirigeva verso il tronco, e i ramettini in punta al secondo ramo che scendevano troppo verso il basso portando il palco di destra quasi alla stessa altezza del palco di sinistra. Negli anni però ho notato che è meglio non filare e piegare ramettini così piccoli quando sono ancora fermi, perchè l'olmo cinese tende a scartarli, almeno questo mi è capitato con la mamma del mame, e così per il momento non li filai.
Marzo 2017
Ecco una foto del mame con una piantina di compagnia... sì però non la sua! Qua non si capisce chi fa compagnia a chi!
Vi posto un ingrandimento per farvi vedere con le frecce i tre ramettini da spostare, ma vi faccio notare anche che non li avevo ancora spostati, avevo solo messo il filo perchè era più facile farlo ora piuttosto che con le gemme del tutto aperte:
Ecco invece una foto di una settimana dopo: qui finalmente ho spostato i tre ramettini, ma solo un pochino, con la massima prudenza:
Eh lo so pecco forse di eccessiva prudenza, ma più vado avanti con questa piantina e più mi sembra di disinnescare una bomba per l'ansia che ho di sbagliare e fare qualche danno, ehehehe!
Aprile 2017
Man mano che i rametti si sviluppavano ho piegato ancora fino alla posizione voluta, ecco una foto:
Finalmente il ramettino sul primo ramo non si dirige più verso il tronco, ma soprattutto ho posizionato il palco di destra in modo che stia più in alto del palco di sinistra.
Febbraio 2017
Quest'inverno, col freddo che ha fatto, al contrario di altre volte anche gli olmi cinesi hanno perso le foglie. A febbraio comunque si stavano gonfiando le gemme, così ho rinvasato. Alla fine ho deciso di rimetterlo nello stesso vasetto, perchè l'idea di metterlo in uno più grande mi è sembrata un po' "pericolosa", temevo che avrebbe potuto perdere miniaturizzazione e proporzioni. Le radici comunque le ho potate molto poco, e questo è il risultato finale:
Come si nota anche in foto, nella parte bassa della chioma c'erano un paio di cose da correggere: un ramettino sul primo ramo che si dirigeva verso il tronco, e i ramettini in punta al secondo ramo che scendevano troppo verso il basso portando il palco di destra quasi alla stessa altezza del palco di sinistra. Negli anni però ho notato che è meglio non filare e piegare ramettini così piccoli quando sono ancora fermi, perchè l'olmo cinese tende a scartarli, almeno questo mi è capitato con la mamma del mame, e così per il momento non li filai.
Marzo 2017
Ecco una foto del mame con una piantina di compagnia... sì però non la sua! Qua non si capisce chi fa compagnia a chi!
Vi posto un ingrandimento per farvi vedere con le frecce i tre ramettini da spostare, ma vi faccio notare anche che non li avevo ancora spostati, avevo solo messo il filo perchè era più facile farlo ora piuttosto che con le gemme del tutto aperte:
Ecco invece una foto di una settimana dopo: qui finalmente ho spostato i tre ramettini, ma solo un pochino, con la massima prudenza:
Eh lo so pecco forse di eccessiva prudenza, ma più vado avanti con questa piantina e più mi sembra di disinnescare una bomba per l'ansia che ho di sbagliare e fare qualche danno, ehehehe!
Aprile 2017
Man mano che i rametti si sviluppavano ho piegato ancora fino alla posizione voluta, ecco una foto:
Finalmente il ramettino sul primo ramo non si dirige più verso il tronco, ma soprattutto ho posizionato il palco di destra in modo che stia più in alto del palco di sinistra.
Ultima modifica di Claudia Marconi il Gio Set 21, 2017 2:21 am - modificato 1 volta.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Maggio 2017
A Maggio sono stata ad Arco! E lì ho finalmente trovato il vasetto definitivo per il mio mame, proprio come lo cercavo! Lunghezza 6cm (l'attuale è lungo 7cm e infatti si vede che è troppo grosso), basso, smaltato ma non lucido, colore giallino chiaro con sfumature marroni che ricorda la corteccia chiara dell'olmo cinese. E' proprio come lo avevo immaginato! E già che c'ero, ho preso anche un vasettino per un'erbetta di compagnia (qua si fanno le cose seriamente eh! ): diametro 1,5cm, tondo, smaltato lucido, colore blu con sfumature marroni-grigiastre. Ecco una foto dove ho posizionato provvisoriamente una zolletta di muschio nel vasetto piccolo:
Maremma, il nuovo vasetto è decisamente più piccolo del vaso attuale! Mi chiedo se riuscirò a farcelo entrare! Ecco una foto per farvi capire la differenza con l'attuale:
Per ora tengo il vaso da parte, a Febbraio prossimo vi farò sapere se riuscirò a rinvasarlo lì dentro!
Vi lascio con le foto del mio mame in diverse condizioni di luce dopo la cimatura effettuata qualche giorno fa, e vi posto anche una foto con me che lo tengo in mano per farvi apprezzare meglio le dimensioni.
A Maggio sono stata ad Arco! E lì ho finalmente trovato il vasetto definitivo per il mio mame, proprio come lo cercavo! Lunghezza 6cm (l'attuale è lungo 7cm e infatti si vede che è troppo grosso), basso, smaltato ma non lucido, colore giallino chiaro con sfumature marroni che ricorda la corteccia chiara dell'olmo cinese. E' proprio come lo avevo immaginato! E già che c'ero, ho preso anche un vasettino per un'erbetta di compagnia (qua si fanno le cose seriamente eh! ): diametro 1,5cm, tondo, smaltato lucido, colore blu con sfumature marroni-grigiastre. Ecco una foto dove ho posizionato provvisoriamente una zolletta di muschio nel vasetto piccolo:
Maremma, il nuovo vasetto è decisamente più piccolo del vaso attuale! Mi chiedo se riuscirò a farcelo entrare! Ecco una foto per farvi capire la differenza con l'attuale:
Per ora tengo il vaso da parte, a Febbraio prossimo vi farò sapere se riuscirò a rinvasarlo lì dentro!
Vi lascio con le foto del mio mame in diverse condizioni di luce dopo la cimatura effettuata qualche giorno fa, e vi posto anche una foto con me che lo tengo in mano per farvi apprezzare meglio le dimensioni.
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Re: Come creare un mame da una talea di olmo cinese
Agosto 2017
Anche quest'anno ho lasciato il mame a casa con l'irrigazione automatica, ma solo quei pochi giorni che sono andata al mare:
Ho tolto il filo, anche se non stava ancora incidendo, e in effetti i rametti non hanno tenuto perfettamente la posizione; li rifilerò per un più preciso posizionamento a primavera. Per ora ecco lo stato attuale:
Anche quest'anno ho lasciato il mame a casa con l'irrigazione automatica, ma solo quei pochi giorni che sono andata al mare:
Ho tolto il filo, anche se non stava ancora incidendo, e in effetti i rametti non hanno tenuto perfettamente la posizione; li rifilerò per un più preciso posizionamento a primavera. Per ora ecco lo stato attuale:
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