Stasi estiva?

Come da titolo, mi piacerebbe porre domande su questo fenomeno che, fra l'altro, ho scoperto proprio grazie alle discussioni nel nostro bel forum. So che è un argomento un po' ampio ma mi piacerebbe sapere qualche indicazione di massima, in primis l'arco temporale medio (ovviamente cambia da nord a sud ed in base all'essenza immagino) e se, per vostra esperienza, conti di più nel determinare il fenomeno la temperatura dell'aria o quella interna al vaso (tra l'altro sto sperimentando quest'anno l'uso del rotolo di alluminio sul vaso per ridurne il calore).

Penso che tutto dipenda per lo più dallo sbalzo di temperatura, tra la notte e il giorno, che caratterizza il periodo primaverile.

oltre certe temperature (che non si raggiungono sistematicamente ogni luglio-agosto di ogni anno e nemmeno dappertutto nella penisola, parlando solo del nostro caso ITALIA ovviamente) semplicemente le piante rallentano il metabolismo al minimo per un certo periodo (giorni, settimane massimo da noi.......MESI addirittura nel deserto) e "sembrano" fermarsi più o meno del tutto nella vegetazione.
Il fenomeno è complesso e non è univoco in ogni albero o pianta legnosa (che sono quelle che a noi interessano, non parliamo di ortaggi o cactus insomma o piante carnivore o altre piante strane )
ogni specie può avere un range di temperature tollerabili che sono differenti da altre e ovviamente il microclima in cui teniamo i nostri bonsai influisce moltissimo, così come l'escursione termica giustamente detta sopra.

Avete mai visto un ficus o un olivastro o una lantana o una bouganville ecc ecc andare in stasi vegetativa al NORD? generalmente no....perlomeno io non ne ho mai viste.
Al SUD sicuramente anche loro avranno delle pause se andiamo sui 38 40 gradi per molti giorni in totale assenza di umidità, magari in clima ventilato...

invece se parliamo di conifere o latifoglie da montagna, generalmente hanno ritmi vegetativi più lenti e portate "in pianura" o peggio ancora "in un piccolo giardino" o peggio ancora "in balcone" ovviamente devono adattarsi a temperature e ore di luce che non sono quelle a loro congeniali naturalmente, fisiologicamente, geneticamente...e di conseguenza potrebbero soffrire il caldo estivo FERMANDOSI quasi del tutto dopo la vegetata primaverile per qualche tempo.


il discorso, come molte cose, andrebbe affrontato SPECIE PER SPECIE, secondo me, analizzando le temperature e le ore di luce che raggiunge il luogo in cui le teniamo

interessante l'argomento, anche perchè temo potrà riguardarmi molto da vicino visto che ho portato degli abeti bianchi in pianura padana

Ma la stasi avviene anche per le piante in natura?

Riguarda la schermatura dei vas, io sto sperimentando degli schermi in plastica bianca che proteggono anche il terreno, c'è una foto nel 3d sull'esposizione.

Però gli schermi evitano la sovratemperatura dovuta ai raggi solari, mentre nulla possono contro l'inerzia minima dei vasi e quindi il fatto che, bene che vada, la temp interna del vaso diventa praticamente uguale a quella esterna a differenza di quanto avviene in piena terra

Le variabili sono troppe...compreso il clima di settimana in settimana.
Ci sono anni in cui alcune piante non si fermano mai ed altre che già dopo aver emesso le foglie sembrano inchiodate; poi è anche difficile stabilire se la loro sia avvero stasi estiva o un "inchiodamento" dovuto ad una potatura troppo azzardata, ad una pinzatura, ad una carenza d'acqua, un eccesso di sole, ecc.
Non credo si possa generalizzare il fenomeno, quindi quoto Dav, bisognerebbe considerare specie per specie e le varie condizioni climatiche e di coltivazione, troppa roba.

Ottima la risposta di Dav che quoto interamente.
Molto importante soprattutto per noi bonsaisti è il controllo della temperatura nei vasi.che diventa il principale elemento di rischio.
Bene il rivestimento di alluminio ma anche altre pratiche ad esempio la copertura della superficie con un disco di feltro che faccia da "sombrero" o una super innaffiatura ripetuta che abbassa temperatura interna.

Giorgioc ha scritto:Ottima la risposta di Dav che quoto interamente.
Molto importante soprattutto per noi bonsaisti è il controllo della temperatura nei vasi.che diventa il principale elemento  di rischio.

Straquoto, perchè se si superano certe temperature le radici vanno in stasi.
Aggiungo inoltre che nel caso in cui le temperature siano molto alte si corre anche il rischio che le radici (se vanno a contatto con il vaso) si bruciano e muoiono; se poi si annaffia queste che non lavorando + si avrà anche con molte probabilità dell'insorgenza di marciumi radicali.
Quindi occhio

dovrei farvi vedere certe piante come cacciano vegetazione nonostante gli oltre 30 gradi per tutta la settimana passata......altro che stasi eheh

mi chiedevo, su una pianta tipo acero/carpino appena defogliata o potata ha qualche effetto una settimana di caldo sopra la media subito dopo?

Il carpino soffre molto il caldo, verso la metà di giugno il mio lo sposto a mezz'ombra; in più ho notato che se pinzato si blocca per un bel po'.
La defogliazione sarebbe traumatica per tutti, ma credo che l'ossigeno e gli zuccheri mancanti stimolino la pianta a ricacciare nonostante il caldo, secondo me però converrebbe mettere all'ombra ed imbustare.

Defogliati o meno i carpini e aceri tipo il Buergeriano (tridente) soffrono molto il caldo e vanno spostati quasi forzatamente in luoghi + freschi nei periodi di grande calura estiva (anche periodo tarda primavera se molto caldo).
Manifestano facilmente foglie che si bruciano e che si accartocciano su se stesse con relativo stress da calura.
Anche se defogliati vanno comunque riparati con un occhio di riguardo in + all'esposizione e alle annaffiature.