Articolo su sfagno
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Articolo su sfagno
Articolo su sfagno
Messaggio da GoJu » 22 apr 2009, 21:54
LO SFAGNO ESSICCATO NELLA COLTIVAZIONE BONSAI
CENNI GENERALI
Lo sfagno è un genere di muschio a fibra lunga che cresce nelle torbiere e in zone paludose.
La nota torba di sfagno è prevalentemente composta da parti morte di questo muschio, mentre la parte viva (che cresce in superficie) è denominata sfagno. La quasi totalità dello sfagno essicato in commercio proviene dalla Nuova Zelanda e dal Cile, dove estese coltivazioni "eco-compatibili" e all'avanguardia, permettono di ottenere un prodotto sterilizzato di elevatissima qualità.
In particolare, la varietà Sphagnum Subnitens è la più utilizzata nel campo dei bonsai e delle orchidee, in quanto permette una rapida rigenerazione dei siti di coltivazione e una qualità al top.
foto di Denis Barthel. Licenza GNU FDL
CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
Lo sfagno ha come principale caratteristica l’alta ritenzione idrica, assorbe infatti fino a 10 volte del proprio peso a secco. In frangenti asciutti e aridi, la propria struttura a celle aperte garantisce una riserva d’acqua, mentre in frangenti umidi o piovosi, mantiene un livello di ossigenazione elevato.
Lo sfagno essiccato ha ottimo potere isolante, è infatti molto utilizzato a tale scopo nelle regioni artiche.
Altro aspetto di grande interesse è l’alta presenza di zinco chelato da tropolene, un battericida/batteriostatico naturale. Questo componente limita fortemente lo sviluppo di batteri anaerobi, i principali responsabili del decadimento della materia organica.
USI BONSAISTICI
L’applicazione di un leggero strato superficiale di sfagno essiccato e sminuzzato ha diversi vantaggi:
- Dopo i rinvasi, crea le condizioni ideali per un rapido ripristino dell’apparato radicale. L’umidità e la temperatura costante sono infatti fattori molto importanti per la radicazione
- Usato durante tutta la stagione vegetativa, lo sfagno acidifica l’acqua irrigua, mitigando gli effetti negativi del calcare. Migliora sensibilmente la resa dei concimi organici e l’assorbimento del ferro.
- La blanda azione antibatterica permette la conservazione della legna secca interrata nel substrato
- Durante il periodo estivo, permette maggiore autonomia idrica in caso di climi secchi.
- Nel periodo invernale costituisce invece un’ottima “barriera” alle gelate più intense
- Migliora e favorisce l’inoculo di micorrize
La preparazione al setaccio. Foto di Marco Antonini
Sfagno sminuzzato pronto per l'applicazione. Foto di Marco Antonini
Per quanto riguarda gli usi dello sfagno non preventivamente sminuzzato possiamo citare:
- Nella coltivazione di mame, utilizzato puro o in miscela con inerti, permette maggior facilità di coltivazione e minori rischi di stress idrici
- Nelle margotte, l’utilizzo di sfagno permette umidità costante, scarso rischio di asfissia dei nuovi capillari e assenza di eccessivo compattamento.
ALTERNATIVE
Una alternativa economica allo sfagno è il muschio a fibra lunga, particolarmente indicato per gli attecchimenti di yamadori. Tuttavia occorre prestare attenzione alla presenza di insetti o pericolose spore fungine. E' consigliato un trattamento insetticida e fungicida prima dell'uso.
CONCLUSIONI
Lo sfagno essiccato presenta interessanti caratteristiche utili alla coltivazione bonsai. Gli innumerevoli usi ne fanno un prodotto sicuramente importante per un bonsaista. Sarà poi l'esperienza maturata dall'utilizzatore a determinare quali usi sono più appropriati e su quali piante.
E' possibile reperirlo presso shop e vivai specializzati (di bonsai e orchidee) sfuso o pressato in piccole balle.
Una comune confezione 150g di sfagno essiccato neozelandese. Foto di Marco Antonini
Messaggio da GoJu » 22 apr 2009, 21:54
LO SFAGNO ESSICCATO NELLA COLTIVAZIONE BONSAI
CENNI GENERALI
Lo sfagno è un genere di muschio a fibra lunga che cresce nelle torbiere e in zone paludose.
La nota torba di sfagno è prevalentemente composta da parti morte di questo muschio, mentre la parte viva (che cresce in superficie) è denominata sfagno. La quasi totalità dello sfagno essicato in commercio proviene dalla Nuova Zelanda e dal Cile, dove estese coltivazioni "eco-compatibili" e all'avanguardia, permettono di ottenere un prodotto sterilizzato di elevatissima qualità.
In particolare, la varietà Sphagnum Subnitens è la più utilizzata nel campo dei bonsai e delle orchidee, in quanto permette una rapida rigenerazione dei siti di coltivazione e una qualità al top.
foto di Denis Barthel. Licenza GNU FDL
CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE
Lo sfagno ha come principale caratteristica l’alta ritenzione idrica, assorbe infatti fino a 10 volte del proprio peso a secco. In frangenti asciutti e aridi, la propria struttura a celle aperte garantisce una riserva d’acqua, mentre in frangenti umidi o piovosi, mantiene un livello di ossigenazione elevato.
Lo sfagno essiccato ha ottimo potere isolante, è infatti molto utilizzato a tale scopo nelle regioni artiche.
Altro aspetto di grande interesse è l’alta presenza di zinco chelato da tropolene, un battericida/batteriostatico naturale. Questo componente limita fortemente lo sviluppo di batteri anaerobi, i principali responsabili del decadimento della materia organica.
USI BONSAISTICI
L’applicazione di un leggero strato superficiale di sfagno essiccato e sminuzzato ha diversi vantaggi:
- Dopo i rinvasi, crea le condizioni ideali per un rapido ripristino dell’apparato radicale. L’umidità e la temperatura costante sono infatti fattori molto importanti per la radicazione
- Usato durante tutta la stagione vegetativa, lo sfagno acidifica l’acqua irrigua, mitigando gli effetti negativi del calcare. Migliora sensibilmente la resa dei concimi organici e l’assorbimento del ferro.
- La blanda azione antibatterica permette la conservazione della legna secca interrata nel substrato
- Durante il periodo estivo, permette maggiore autonomia idrica in caso di climi secchi.
- Nel periodo invernale costituisce invece un’ottima “barriera” alle gelate più intense
- Migliora e favorisce l’inoculo di micorrize
La preparazione al setaccio. Foto di Marco Antonini
Sfagno sminuzzato pronto per l'applicazione. Foto di Marco Antonini
Per quanto riguarda gli usi dello sfagno non preventivamente sminuzzato possiamo citare:
- Nella coltivazione di mame, utilizzato puro o in miscela con inerti, permette maggior facilità di coltivazione e minori rischi di stress idrici
- Nelle margotte, l’utilizzo di sfagno permette umidità costante, scarso rischio di asfissia dei nuovi capillari e assenza di eccessivo compattamento.
ALTERNATIVE
Una alternativa economica allo sfagno è il muschio a fibra lunga, particolarmente indicato per gli attecchimenti di yamadori. Tuttavia occorre prestare attenzione alla presenza di insetti o pericolose spore fungine. E' consigliato un trattamento insetticida e fungicida prima dell'uso.
CONCLUSIONI
Lo sfagno essiccato presenta interessanti caratteristiche utili alla coltivazione bonsai. Gli innumerevoli usi ne fanno un prodotto sicuramente importante per un bonsaista. Sarà poi l'esperienza maturata dall'utilizzatore a determinare quali usi sono più appropriati e su quali piante.
E' possibile reperirlo presso shop e vivai specializzati (di bonsai e orchidee) sfuso o pressato in piccole balle.
Una comune confezione 150g di sfagno essiccato neozelandese. Foto di Marco Antonini
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