Olea Sylvestris var. maiorchino
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Olea Sylvestris var. maiorchino
Vi presento con orgoglio quella che, a mio modesto parere, è la più bella pianta della mia piccola collezione. Essendo Pugliese coltivo essenzialmente olivi ed olivastri, essenze autoctone della mia zona che, dato il clima a loro congeniale, vegetano senza nessun tipo di problema semplificando non poco il lavoro dei bonsaisti.
Il maiorchino in questione è stato costruito su un materiale raccolto in natura sull'isola di Maiorca. Si tratta di un olivastro abbastanza vecchio, si presume che abbia 40/50 anni. La sua coltivazione bonsai è iniziata circa 12 anni fa, la pianta è appartenuta a diverse persone e, da un anno, è con me e me ne prendo cura. Pianta a mio parere dalle grandi potenzialità, cercherò di migliorarla ulteriormente col tempo, arrichhendo ed ampliando la ramificazione dei palchi.
Passiamo ad una breve carrellata di fotografie con le quali ve la presento:
- pianta all'arrivo : l'olivastro era in salute anche se, pur non notandosi dalle foto, in un iniziale stato di sofferenza radicale dovuta all'estrema compattezza della composta in cui era stato coltivato negli ultimi 4 anni. L'akadama, col tempo, si è sbiciolata e compattata.
Dopo un paio di mesi, si è proceduto a rinvasarla in una composta più idonea. Nel dettaglio, ho optato per una miscela costituita da 80% pomice di granulomentria 3-5mm e rimanente kiryu 3-5mm. A tal proposito voglio sottolineare che l'utilizzo dalla kiryu (un tipo di zeolite di origine vulcanica), è molto gradito non solo dalle conifere ma, in generale, da tutte le essenze mediterranee grazie all'apporto di ferro immediatamente assimilabile.
Ecco una foto dopo il rinvaso e conseguente ricovero di un mese in serra fredda:
La ripresa della pianta è stata ottimale e rapida, dopo un iniziale perdita del vecchio fogliame ormai compromesso anche dal terriccio asfittico nella quale era, la pianta (con opportuni interventi di sfoltimento e potatura, si presentò in primavera in tutta la sua entusiasmante bellezza:
Successivamente la pianta è stata lasciata libera di sfogarsi e crescere indisturbata, limitando completamente gli interventi di potatura al fine di consentirle di recuperare vigore e ricostruire un apparato radicale robusto e sano. La risposta è stata formidabile
Dopo l'autunno ho potato le cacciate lasciando ciò che serviva per estendere la ramificazione dei palchi
E l'avventura continua...
Il maiorchino in questione è stato costruito su un materiale raccolto in natura sull'isola di Maiorca. Si tratta di un olivastro abbastanza vecchio, si presume che abbia 40/50 anni. La sua coltivazione bonsai è iniziata circa 12 anni fa, la pianta è appartenuta a diverse persone e, da un anno, è con me e me ne prendo cura. Pianta a mio parere dalle grandi potenzialità, cercherò di migliorarla ulteriormente col tempo, arrichhendo ed ampliando la ramificazione dei palchi.
Passiamo ad una breve carrellata di fotografie con le quali ve la presento:
- pianta all'arrivo : l'olivastro era in salute anche se, pur non notandosi dalle foto, in un iniziale stato di sofferenza radicale dovuta all'estrema compattezza della composta in cui era stato coltivato negli ultimi 4 anni. L'akadama, col tempo, si è sbiciolata e compattata.
Dopo un paio di mesi, si è proceduto a rinvasarla in una composta più idonea. Nel dettaglio, ho optato per una miscela costituita da 80% pomice di granulomentria 3-5mm e rimanente kiryu 3-5mm. A tal proposito voglio sottolineare che l'utilizzo dalla kiryu (un tipo di zeolite di origine vulcanica), è molto gradito non solo dalle conifere ma, in generale, da tutte le essenze mediterranee grazie all'apporto di ferro immediatamente assimilabile.
Ecco una foto dopo il rinvaso e conseguente ricovero di un mese in serra fredda:
La ripresa della pianta è stata ottimale e rapida, dopo un iniziale perdita del vecchio fogliame ormai compromesso anche dal terriccio asfittico nella quale era, la pianta (con opportuni interventi di sfoltimento e potatura, si presentò in primavera in tutta la sua entusiasmante bellezza:
Successivamente la pianta è stata lasciata libera di sfogarsi e crescere indisturbata, limitando completamente gli interventi di potatura al fine di consentirle di recuperare vigore e ricostruire un apparato radicale robusto e sano. La risposta è stata formidabile
Dopo l'autunno ho potato le cacciate lasciando ciò che serviva per estendere la ramificazione dei palchi
E l'avventura continua...
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Semplicemente stupendo
Gigio- Messaggi : 571
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Mi son sempre chiesta come si dovesse procedere a questi stadi. Nel senso che il tuo bonsai è praticamente bell'e che finito, come si fa a decidere cosa potare e non potare visto che è già perfetto così?
L'unica soluzione, come dici tu, è quella di fargli allungare i palchi, ma poi non diventa sproporzionato?
Spero che le mie piantacce non arrivino mai ai livelli dei tuoi perchè altrimenti non saprei proprio che pesci pigliare, mi verrebbe da tagliare tutto quello che esce dalla chioma perfetta della pianta, ma non si può togliere tutte le volte la stessa quantità di vegetazione.
Bravo comunque, è una pianta veramente molto bella
L'unica soluzione, come dici tu, è quella di fargli allungare i palchi, ma poi non diventa sproporzionato?
Spero che le mie piantacce non arrivino mai ai livelli dei tuoi perchè altrimenti non saprei proprio che pesci pigliare, mi verrebbe da tagliare tutto quello che esce dalla chioma perfetta della pianta, ma non si può togliere tutte le volte la stessa quantità di vegetazione.
Bravo comunque, è una pianta veramente molto bella
scarboc- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 10.01.15
Località : provincia di Cremona
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Il mantenimento di queste piante è abbastanza complesso a differenza di quello che alcuni pensano...trattare una pianta da costruire è decisamente meno impegnativo.
Parti dal principio che un bonsai non è mai finito ne tantomeno la sua struttura può rimanere la stessa in eterno. I rami invecchiano e pian piano perdono la capacità di emettere germogli, la pianta stessa tende (esattamente come accade in natura), a concentrare la vigoria agli apici. Da questo se ne deduce che se si andasse ogni anno ad eliminare tutte le nuove cacciate nel giro di un paio di anni ti ritroveresti una pianta debole e praticamente spoglia.
Si cerca dunque di aumentare il grado di ramificazione fine che è quella che porterà vegetazione, con potature specifiche. Il lavoro non è solo esterno ma anche "interno". In occasione dei rinvasi la potatura dell'apparato radicale vien fatta in modo tale da favorire il mantenimento della ramificazione, quindi favorendo l'emissione dei capillari dall'interno verso l'esterno (e qui gioca un ruolo importantissimo anche il substrato).
Non solo, per evitare che queste piante pian piano regrediscano, è necessario che tornino in uno stadio di formazione per diversi anni, questa pianta infatti prima o poi tornerà in ciotola di coltivazione e lasciata libera di vegetare per almeno 2-3 anni per poi reimpostarne la sagoma.
Per ultimo, ma non meno importante, la concimazione deve essere calibrata per aiutare la pianta in tal senso.
Tutto ciò costituisce la così detta fase di mantenimento che si fa sui bonsai a questo livello, a mio modesto parere una delle più difficili
Parti dal principio che un bonsai non è mai finito ne tantomeno la sua struttura può rimanere la stessa in eterno. I rami invecchiano e pian piano perdono la capacità di emettere germogli, la pianta stessa tende (esattamente come accade in natura), a concentrare la vigoria agli apici. Da questo se ne deduce che se si andasse ogni anno ad eliminare tutte le nuove cacciate nel giro di un paio di anni ti ritroveresti una pianta debole e praticamente spoglia.
Si cerca dunque di aumentare il grado di ramificazione fine che è quella che porterà vegetazione, con potature specifiche. Il lavoro non è solo esterno ma anche "interno". In occasione dei rinvasi la potatura dell'apparato radicale vien fatta in modo tale da favorire il mantenimento della ramificazione, quindi favorendo l'emissione dei capillari dall'interno verso l'esterno (e qui gioca un ruolo importantissimo anche il substrato).
Non solo, per evitare che queste piante pian piano regrediscano, è necessario che tornino in uno stadio di formazione per diversi anni, questa pianta infatti prima o poi tornerà in ciotola di coltivazione e lasciata libera di vegetare per almeno 2-3 anni per poi reimpostarne la sagoma.
Per ultimo, ma non meno importante, la concimazione deve essere calibrata per aiutare la pianta in tal senso.
Tutto ciò costituisce la così detta fase di mantenimento che si fa sui bonsai a questo livello, a mio modesto parere una delle più difficili
Ultima modifica di luigimita il Dom Gen 18, 2015 12:02 pm - modificato 1 volta.
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Avevo immaginato che la cosa fosse molto complicata perchè gli equilibri diventano importantissimi. Praticamente permetti alla pianta di diventare un goccino più grande ogni anno, giusto? ma in modo armonico e calcolato.
Perchè come dicevi, potando sempre la stessa quantità di rami e radici dopo qualche tempo ne soffrirebbe tantissimo.
Si, decisamente più semplice coltivare prebonsai direi.
Perchè come dicevi, potando sempre la stessa quantità di rami e radici dopo qualche tempo ne soffrirebbe tantissimo.
Si, decisamente più semplice coltivare prebonsai direi.
scarboc- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 10.01.15
Località : provincia di Cremona
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
scarboc ha scritto:Avevo immaginato che la cosa fosse molto complicata perchè gli equilibri diventano importantissimi. Praticamente permetti alla pianta di diventare un goccino più grande ogni anno, giusto? ma in modo armonico e calcolato.
Perchè come dicevi, potando sempre la stessa quantità di rami e radici dopo qualche tempo ne soffrirebbe tantissimo.
Si, decisamente più semplice coltivare prebonsai direi.
Più che "più grande", direi più ramificata. L'estensione in termini dimensionali è una conseguenza. A differenza delle piante in formazione non si va più a costruire rami grandi ma si cerca di arricchire i palchi esistenti.
Come aggiunto nel precedente post, anche un bonsai finito ad un certo punto deve tornare in uno stadio intermedio in ciotola di coltivazione (o addirittura in campo aperto) e lasciato libero di crescere come vuole...pena un regredimento lento e progressivo dell'intera pianta. Come puoi vedere dalle foto, la scelta della pomice in granulometria 3-6mm non è casuale o dettata dalla moda del momento, è una granulometria da stadio intermedio.
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
ma davvero?
Questa non la sapevo proprio...beh immaginavo ci fosse un indebolimento generale della pianta tra potature e rinvasi continui, ma pensavo che si potesse ovviare alla cosa aumentando il diametro del vaso con l'aumentare (in anni, si sintende), di tronco e palchi.
Si ho detto rami intendendo palchi e ramificazioni, non certo ramoni giganti...
Mi piacerebbe approfondire questa cosa dei bonsai finiti, quindi da quello che dici anche il tuo olivo fra qualche tempo, quando comincerà a perdere vigoria ed avrà una ramificazione arrivata all'estremo (che so, ramificazioni così fini che non si possono più dividere?) dovrai piantarlo in un campo e "ricostruirlo" in qualche modo?
Come si procede, si riparte impostandolo in un altro modo o c'è un metodo per fargli mantenere la sua forma?
Questa non la sapevo proprio...beh immaginavo ci fosse un indebolimento generale della pianta tra potature e rinvasi continui, ma pensavo che si potesse ovviare alla cosa aumentando il diametro del vaso con l'aumentare (in anni, si sintende), di tronco e palchi.
Si ho detto rami intendendo palchi e ramificazioni, non certo ramoni giganti...
Mi piacerebbe approfondire questa cosa dei bonsai finiti, quindi da quello che dici anche il tuo olivo fra qualche tempo, quando comincerà a perdere vigoria ed avrà una ramificazione arrivata all'estremo (che so, ramificazioni così fini che non si possono più dividere?) dovrai piantarlo in un campo e "ricostruirlo" in qualche modo?
Come si procede, si riparte impostandolo in un altro modo o c'è un metodo per fargli mantenere la sua forma?
scarboc- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 10.01.15
Località : provincia di Cremona
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Il prossimo step tra un paio d'anni, sarà probabilmente solo aumentare la dimensione del vaso bonsai (per proporzionarla a quanto di nuovo sto costruendo) iniziando dunque al contempo a far estendere il suo apparato radicale. Molto dipende da cosa la pianta vorrà, perché è lei che comanda.
Diversamente, se dovessi notare una perdita progressiva di vigoria andrò a trasferirla in una ciotola di coltivazione (quei vasi di plastica bassi e larghi) di almeno 50/60 cm di diametro e bella profonda, in piena pomice per darle modo di espandere al massimo l'apparato radicale.
La pianta a quel punto si lascia libera di vegetare, quello che farà è prevedibile. Così come nei pochi mesi lasciata libera dopo il rinvaso, allungherà le cacciate a più non posso aumentando il flusso linfatico al massimo. Questo provocherà due cose essenzialmente, l'ingrossamento di tutto ciò che è a monte del "ramo di sacrificio" e l'emissione di molti germogli anche interni come conseguenza del maggior apporto di nutrimento. In pratica, è come se l'intera pianta ringiovanisse.
Terminata questa fase, si andrà ad accorciare nuovamente le cacciate, riportandola in sagoma, lasciandone giusto dei monconcini dai quali partiranno con forza altri germogli, dunque altre ramificazioni fini. Si rinvaso rimodellando l'apparato radicale per tornare in vaso bonsai, ma la potatura crea nuovi capillari che dunque serviranno a mantenere vigorosa tutta la nuova ramificazione costruita.
Ovviamente nel corso delle lavorazioni, molti rami vengono abbandonati, si operano sostituzioni di apice per soppiantare via via quelli vecchi che la pianta scarta. Si iniziano ad attuare concimazioni fosforo potassiche fogliari, perché ad un certo punto le sole radici non bastano a mantenere l'intera struttura rameale.
In sostanza il bonsai invecchia passando ciclicamente per periodi di ringiovanimento controllato. Quello che mi aspetto questa primavera (e me lo auguro) è una esplosione vegetativa decisamente maggiore dello scorso anno
Diversamente, se dovessi notare una perdita progressiva di vigoria andrò a trasferirla in una ciotola di coltivazione (quei vasi di plastica bassi e larghi) di almeno 50/60 cm di diametro e bella profonda, in piena pomice per darle modo di espandere al massimo l'apparato radicale.
La pianta a quel punto si lascia libera di vegetare, quello che farà è prevedibile. Così come nei pochi mesi lasciata libera dopo il rinvaso, allungherà le cacciate a più non posso aumentando il flusso linfatico al massimo. Questo provocherà due cose essenzialmente, l'ingrossamento di tutto ciò che è a monte del "ramo di sacrificio" e l'emissione di molti germogli anche interni come conseguenza del maggior apporto di nutrimento. In pratica, è come se l'intera pianta ringiovanisse.
Terminata questa fase, si andrà ad accorciare nuovamente le cacciate, riportandola in sagoma, lasciandone giusto dei monconcini dai quali partiranno con forza altri germogli, dunque altre ramificazioni fini. Si rinvaso rimodellando l'apparato radicale per tornare in vaso bonsai, ma la potatura crea nuovi capillari che dunque serviranno a mantenere vigorosa tutta la nuova ramificazione costruita.
Ovviamente nel corso delle lavorazioni, molti rami vengono abbandonati, si operano sostituzioni di apice per soppiantare via via quelli vecchi che la pianta scarta. Si iniziano ad attuare concimazioni fosforo potassiche fogliari, perché ad un certo punto le sole radici non bastano a mantenere l'intera struttura rameale.
In sostanza il bonsai invecchia passando ciclicamente per periodi di ringiovanimento controllato. Quello che mi aspetto questa primavera (e me lo auguro) è una esplosione vegetativa decisamente maggiore dello scorso anno
luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Bella spiegazione, sei stato chiarissimo ed esaustivo, anche se una domanda l'avrei, probabilmente cretina: ma se i rami di sacrificio ingrossano a monte il ramo relativo, allora suppongo che si stia parlando di un secondario o terziario, perchè se si allargassero i primari la pianta perderebbe la sua forma...
O intendevi altri nuovi rami?
Immagino sia più facile vederlo dal vivo...
O intendevi altri nuovi rami?
Immagino sia più facile vederlo dal vivo...
scarboc- Messaggi : 1676
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
La ramificazione principale Non perde la forma, aumenta solo di sezione, perché si presume che siano rami già consolidati
luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Capito...quindi in proporzione crescerà anche il tronco, magari poco ma dovrebbe essere così, giusto?
scarboc- Messaggi : 1676
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Beh teoricamente si, ma quando si ha a che fare con uno yamadori che ha già un tronco vecchio e sviluppato questo è un problema che non si pone, semmai il problema diventa sviluppare primari di diametro adeguato al tronco
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
E' appunto quello che mi lasciava perplessa, se il tronco non cresce praticamente più mentre i rami si dopo il trattamento in terra o in ciotola da coltivazione ...dovrebbe crearsi una sproporzione, ma immagino che si parli di aumento NON considerevole del diametro dei rami, probabilmente non si noterebbe neanche vista poi la mole del tuo olivone.
E' pura accademia eh, anche perchè la tua pianta è ben lontana dall'essere poco vigorosa.
E' pura accademia eh, anche perchè la tua pianta è ben lontana dall'essere poco vigorosa.
scarboc- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 10.01.15
Località : provincia di Cremona
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Beh parliamo di diametri ben lontani da quelli di quel tronco, poi tieni conto che dopo tantissimi anni la pianta trova un suo equilibrio e si stabilizza, le tecniche bonsai comunque evitano una crescita esagerata della pianta
luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Giusto, tutte cose che devo ancora imparare.
Grazie comunque, sono sempre informazioni che possono tornare utili, seguirò con interesse l'evoluzione del tuo olivo.
Grazie comunque, sono sempre informazioni che possono tornare utili, seguirò con interesse l'evoluzione del tuo olivo.
scarboc- Messaggi : 1676
Data d'iscrizione : 10.01.15
Località : provincia di Cremona
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Lo seguiremo tutti con interesse!scarboc ha scritto:seguirò con interesse l'evoluzione del tuo olivo.
Gigio- Messaggi : 571
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Sarà un piacere condividere con tutti la sua evoluzione.
luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Ma che belle 'ste piante! Complimenti!
scricciolo- Messaggi : 268
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Località : Milano
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Inizia il suo lento e progressivo risveglio...quest'anno mi aspetto una potente ripresa vegetativa
luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Che forza!! Stai allungando i palchi?
Jarrah- Messaggi : 122
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Località : South Italy, 280 m s.l.m.
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Ciao, si sto estendendo i palchi e sto creando la stuttura dalla quale partiranno altre ramificazioni sottili. L'idea è di creare un albero molto maschile dalla struttura larga e massiccia.
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Continua il rapido sviluppo dei germogli, la primavera tanto attesa si sta facendo prepotentemente sentire. La coltivazione mirata in pomice, unitamente ad una adeguata concimazione e all'utilizzo di acidi umici sta favorendo una potente risposta radicale ed un conseguente arretramento della vegetazione, così come desiderato per infittire i palchi e costruire nuova ramificazione.
Altre foto della chioma:
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luigimita- Messaggi : 79
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Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Bellissimo! Complimenti Luigi!
Gigio- Messaggi : 571
Data d'iscrizione : 12.01.15
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Che pianta da invidia
MirkoB- Messaggi : 584
Data d'iscrizione : 13.01.15
Età : 32
Località : San Mauro Torinese
Re: Olea Sylvestris var. maiorchino
Decisamente il momento più bello:
luigimita- Messaggi : 79
Data d'iscrizione : 12.01.15
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