Scheda: Prunus

Andare in basso

Scheda: Prunus Empty Scheda: Prunus

Messaggio Da Tiger Ven Gen 09, 2015 10:31 pm

Messaggio da PEPE » 23 apr 2009, 18:36

Scheda: Prunus

Scheda: Prunus 2hwfp95

Dominio
Eukaryota
Regno
Plantae
Sottoregno
Tracheobionta
Superdivisione
Spermatophyta
Divisione
Magnoliophyta
Classe
Magnoliopsida
Sottoclasse
Rosidae
Ordine
Rosales
Famiglia
Rosaceae
Genere
Prunus



Descrizione
Il genere è composto di più di 400 specie di alberi e arbusti prevalentemente a foglia caduca, per la maggior parte importanti dal punto di vista orticolo, a fioritura primaverile. In autunno il fogliame di alcune specie si tinge di colori molto vivaci che variano dall’arancione al rosa carico.
La maggior parte delle specie sono rustiche, di facile coltivazione, nonostante la propensione a parassiti sia vegetali che animali.
Il Prunus mume, originario della Cina e della Corea, ma soprattutto diffuso in Giappone , è sicuramente una delle specie più amate per la sua fioritura. Fiorisce infatti abbondantemente già verso la fine dell'inverno e i suoi fiori leggeri creano uno splendido contrasto con il tronco rugoso e dal piacevole aspetto vetusto. In Oriente si trovano anche molte cultivar che non sono diffuse in Occidente. In Italia cresce spontaneo il Prunus spinosa, che come bonsai rappresenta un’eccellente alternativa alla specie giapponese. È adatto a tutti gli stili, eccetto l’eretto formale e quello a scopa.
Le nostre specie di prugnoli autoctoni più conosciute sono:
Spinosa,Domestica,Cerasifera Padus e Prostata.


Fioritura e fruttificazione
I fiori, sono abbondanti alle estremità dei rametti, sono bianchi o rosa carico e procedono la formazione delle foglie.
I frutti piccoli e giallognoli hanno polpa piuttosto asciutta e dal sapore acre.
Le piante da coltivazione vengono innestati per dare frutti più grandi di colore nero violaceo con polpa verde quando acerbi, giallo quando arrivati a maturazione.


Esposizione
Esterna al sole tranne mesi più caldi, in inverno proteggere il vaso da eventuali gelate.


Irrigazione
Abbondante ma lasciare asciugare tra una annaffiatura e l'altra.
Mai bagnare i fiori e le foglie.


Potatura
La potatura di formazione si effettua nell'arco della stagione vegetativa, in primavera, quando le gemme cominciano a gonfiarsi, mentre è assolutamente sconsigliato potare in inverno poiché si può andare incontro a ritiri di linfa.


Pinzatura
Quando si è formata sul rametto la quarta foglia si spunta lasciandone solo 2.


Legatura
Dato che cresce molto velocemente è bene non lasciare per molto tempo il filo in modo che questo non segni la corteccia.
Il momento migliore per la legatura è quando il ramo comincia a lignificare.


Rinvaso
Vista la sua crescita veloce sarà bene rinvasare le giovani piante ogni 2 anni, mentre per i soggetti più vecchi ogni 3-4 anni.


Concimazione
Per le giovani piante a lenta cessione , per quelli maturi in grado di fiorire usare concimi ricchi di fosforo e potassio dopo aver effettuato potature o cimature.


Difesa dai parassiti
Molteplici sono le malattie , sia fungine,virali nonchè dovute ad animali, che possono attaccare i prunus.
Si va dall'oidio, gommosi, bolla, fuoco batterico, agli afidi cocciniglie bruchi e acari.
Molto vale e aiuta somministrazioni di prodotti preventivi a base di zolfo e rame.
L'olio bianco va somministrato nel periodo invernale solamente, perchè se somministrato nel periodo vegetativo fa cadere le foglie.


SPECIE:
A foglia caduca, adatti a coltura ornamentale e orticola, a seconda delle varietà:
 Mandorli: Amygdalus;
 Albicocchi: Armeniaca;
 Ciliegi: Cerasus;
 Peschi: Persica;
 Susini: Cerasifera;

Sempreverdi, adatti alla formazione di siepi:
 Laurocerasi: Laurocerasus.


I MANDORLI (p. amydgalus)
Pianta arborea di origine cinese. In Italia viene coltivata prevalentemente nelle regioni a clima mite, non tanto per la sua scarsa resistenza al gelo (in realtà la pianta ne ha una buona resistenza), ma per la sua precoce fioritura: infatti il mandorlo fiorisce alla fine dell’inverno/inizio primavera, e nelle regioni più settentrionali, questo comprometterebbe la fioritura, e conseguentemente, la produzione di frutti.
La pianta sviluppa un’altezza e un’ampiezza di chioma di 8-10m; ha radici fittonanti, che in terreni siccitosi si sviluppano superficialmente.
Fusto e branche sono contorti, corteccia nerastra. I rametti giovani sono verdastri, con sfumature rossicce nella parte più esporta al sole.
Le gemme da fiore (tondeggianti) si formano isolate o in gruppi di tre, sui rami dell’anno; le gemme a legno sono coniche e sottili.
Le foglie sono oblungo/lanceolate, leggermente seghettate ai margini, verde intenso e grigiastre nella pagina inferiore.
Il fiore rosa chiaro sfumato, compare sui rami dell’anno da dicembre a febbraio/marzo, in gruppi o solitari, composto di 5 petali e stami molto appariscenti.
Il frutto è una drupa ovale o allungata con epicarpo verde (spesso peloso), mesocarpo fibroso ed endocarpo legnoso bucherellato, contenente una mandorla commestibile. I frutti maturano in settembre. La raccolta dei frutti avviene prima della completa maturazione, in agosto.
Specie ornamentali:
 P. x amygdalo-persica “Pollardii”.
Di origine orticola. Altezza e diametro chioma 6-10m. Ibrido vigoroso tra mandorlo e pesco, con foglie lanceolate. I fiori, simili a quelli del p. amygdalus,rosa carico. Hanno un diametro di circa 5cm, e sbocciano in febbraio-marzo, prima della comparsa delle foglie.

 P. amygdalus.
Cina, naturalizzato in Europa meridionale, Africa settentrionale, Asia occidentale. Altezza 8-10m, larghezza chioma 6-7m. Albero robusto, eretto da giovane ed espanso in seguito, con foglia lanceolata, acuminata e fiore rosa chiaro, largo 2,5-5cm, riuniti in gruppi che sbocciano alla fine dell’inverno. Ricordiamo le varietà “Alba” a fiore bianco, e “Rosea Plena” a fiore doppio rosa chiaro.

 P. glandulosa.
Cina, Giappone. Altezza e diametro 1,5-1,8m. Arbusto folto e compatto, con foglie ovato-lanceolate, finemente dentate ai margini e appuntite alle estremità. I fusti, eretti e sottili, vengono coperti da fiori bianchi o rosa , larghi 1,5cm, in marzo-aprile. Questi arbusti vanno messi a dimora in posizioni riparate ma soleggiate.
p. glandulosa rosea plena

 P. triloba.
Cina. Origine orticola. Altezza e diametro 2,5-4,5cm. Arbusto o piccolo albero folto e ben ramificato, con foglie profondamente dentellate, verde vivo. I fiori compaiono tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, rosa chiaro, larghi fino a 2,5cm.

COLTIVAZIONE
Il mandorlo cresce bene nelle regioni a clima mite, dando buone produzioni anche nelle zone a piovosità non molto elevata nel periodo di fioritura. Nelle zone a clima più freddo, è possibile ricorrere a varietà a fioritura tardiva, per evitare di perdere i fiori a colpa di gelate tardive. Può crescere bene anche in zone a clima arido.
I migliori terreni sono ben drenati, ricchi di sostanze organiche,leggermente calcarei. I terreni devono essere concimati con fertilizzanti organici o minerali, ricchi di fosforo, per favorire la fruttificazione.
In Italia vengono coltivate principalmente varietà auto sterili, quindi è consigliabile avere vicini esemplari a varietà diversa.
Le piante non sopportano bene il trapianto, perciò i semi vengono interrati direttamente a dimora, e successivamente (al terzo/quarto anno) le piantine vengono innestate (spacco, gemma vegetante, corona) con varietà pregiate.

PARASSITI ANIMALI E VEGETALI, FISIOPATIE
Afide Farinoso del Pesco e del Susino, Afide Verde del Pesco, Cocciniglia di San Josè, Cocciniglia Bianca del Gelso e del Pesco, Mosca Mediterranea della Frutta e degli Agrumi, Tignola del Pesco, Tignola Orientale del Pesco, Ragnetto Rosso dei Fruttiferi, Tripidi.
Mal della Bolla, Mummificazione delle Pesche, Oidio del Pesco, Cancro Rameale, Mal del Piombo
Clorosi.


GLI ALBICOCCHI (p. armeniaca)
Pianta arborea a portamento espanso proveniente dalla Cina, molto diffusa in Italia. Produce frutti profumati dal sapore delicato. L’albicocco è una specie molto rustica, a fioritura precoce. Proprio a causa della sua precocità (marzo), la coltivazione dell’essenza non si adatta molto bene alle zone soggette a gelate tardive, che possono compromettere la fioritura e di conseguenza, la produzione di frutti. In ogni caso, l’albicocco deve essere piantato in posizione ben soleggiata, ma protetta da venti freddi. L’inizio della produzione di frutti si ha dopo 3 o 4 anni dalla messa a dimora, la pianta può raggiungere un’età massima di 40-50 anni (il franco è più longevo).
Pianta di piccole dimensioni, raggiunge un’altezza di 7-8m, e un’ampiezza della chioma di 4-5m. la chioma ha portamento tondeggiante.
Il fusto ha corteccia rosso-nerastra.
Le foglie sono ovato-rotonde, lucide, con lungo picciolo, con margini seghettati.
I fiori sono bianchi, sfumati esternamente di rosa, a 5 petali, larghi 2,5cm, compaiono in marzo,.
I frutti sono drupe globose od oblunghe, con solco longitudinale, di colore giallo-arancio. La polpa si stacca dal nocciolo. La loro maturazione avviene, secondo la varietà, da maggio a luglio. I frutti si formano su dardi a mazzetto, su cui sono presenti sia gemme a fiore che gemme a legno: questi rami devono essere rispettati in caso di potatura. I frutti diventano più grossi e meglio colorati se ombreggiati dal fogliame.
Specie ornamentali:
 P. armeniaca.
Cina, altezza fino a 8m, diametro chioma 4-6m. albero con foglie ovate, verde scuro, con fiori rosa chiaro o bianchi, larghi 2,5cm, che sbocciano tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. E’ il progenitore della moderna pianta a produzione, poco usata oggi come pianta ornamentale.

 P. mume.
Giappone, Cina, Corea. Altezza e diametro chioma 4-7m. Piccolo albero, con foglie ovate, ottuse all’apice. I fiori, in diverse sfumature di rosa (la varietà “Alphandii” ha fiori rosa chiaro semidoppi, la varietà “Beni-shi-don” ha fiori rosa profumati), larghi 2-2,5cm, compaiono sui rami nudi alla fine dell’inverno, in mazzetti.

PARASSITI ANIMALI E VEGETALI
Afide Farinoso, Afide Verde, Cocciniglia Bianca.
Coryneum, Moniliosi , Tumori Radicali.



I CILIEGI (p. avium, p. cerasus)
Il ciliegio dolce (p. avium) e il ciliegio acido (p. cerasus), sono piante coltivate per i frutti: drupe di dimensioni limitate, con lungo peduncolo, polpa carnosa, dolce o acidula, e buccia di colore variabile dal giallo chiaro, al rosso, al nero. I ciliegi sono piante rustiche, di facile coltivazione, utilizzabili anche come piante da giardino, per la produzione di bellissimi fiori molto ornamentali.

CILIEGIO DOLCE
Pianta arborea proveniente dall’Asia occidentale, molto rustica.
La pianta sviluppa un’altezza di 10-15m, e un’ampiezza di chioma di 8-10m. la chioma è molto slanciata, non compatta, di forma quasi conica se viene allevata naturalmente. Ha radici fittonanti. La pianta è molto esigente in fatto di substrato: necessita di terreni fertili, ben drenati, non eccessivamente umidi ma freschi, di medio impasto.
Fusto eretto, corteccia liscia, lucente, color grigio ferro.
Le foglie sono ovate od obovato-ellittiche, a margini seghettati, verde intenso e lucide nella pagina superiore, più chiare nella pagina inferitore, pendenti, addensate verso l’estremità dei rami.
I fiori, bianchi, larghi 2,5-4cm, portati da peduncoli, e riuniti in mazzetti di 2-6, sbocciano in aprile, contemporaneamente all’emissione delle foglie. Le infiorescenze si formano principalmente su dardi a mazzetto.
I frutti sono drupe pendenti, ovali o cuoriformi, gialle o rosse (chiare o scure a seconda della varietà), con polpa tenera o consistente, aderente al nocciolo.
Per la fruttificazione occorre considerare che le varietà di ciliegio dolce sono auto sterili, per cui è necessario avere almeno due piante di diversa varietà per l’impollinazione incrociata.
Alcune varietà:
a. Tenerine; maiatica, moretta di cesena, mora di vignola, precoce della marca precoce di san pietro.
b. Duracine; bigarreau napoleon, bigarreau moreau, durona di cesena, durona di vignola, merton bigarreau, turca.

CILIEGIO ACIDO
Pianta arborea proveniente dall’Asia occidentale, molto rustica.
La pianta sviluppa un’altezza di 4-6m, e un’ampiezza di chioma di 4-5m. Ha radici fittonanti. Non è particolarmente esigente in fatto di terreni, può adattarsi anche a substrati argillosi e sabbiosi.
Fusto eretto. I rami sono penduli, soprattutto quelli giovani.
Le foglie sono ovate od obovato-ellittiche, a margini seghettati, verde intenso e lucide nella pagina superiore, più chiare nella pagina inferitore, pendenti, addensate verso l’estremità dei rami.
I fiori, bianchi, larghi 2,5-4cm, portati da peduncoli, e riuniti in mazzetti di 2-6, sbocciano in aprile, contemporaneamente all’emissione delle foglie. Le infiorescenze si formano principalmente su sui rami misti dell’anno, mentre sui dardi se ne formano pochi.
I frutti sono aciduli, rossi (chiare o scure a seconda della varietà), con polpa aderente al nocciolo.
Il ciliegio acido è autoimpollinante.
Alcune varietà:
a. Visciolone; bella di catena, duchessa di pollan, regina hortensia.
b. Amarene; agriotta a gambo corto, agriotta del nord, amarena di pescara.

Specie ornamentali:
Salvo alcune eccezioni, questi alberi hanno foglie ovali, appuntite, dentate ai margini, e fiori solitari, riuniti in mazzetti.
 p. Accolate. Origine orticola, altezza pianta 6-9mt, diametro della chioma 1,2-2mt. Ibrido tra Subhirtella e sargentii, ha fiori semidoppi, rosa, larghi 2,5-5cm. Compaiono in abbondanza sulla pianta in marzo/aprile.
 p. Amanogawa. Origine orticola, altezza pianta 6-8mt, diametro della chioma 2-2,5mt. Albero a portamento eretto, colonnare, con foglie che da giovani assumono un colore verde-bronzo. I fiori semidoppi, rosa delicato, larghi 4-5cm, sono leggermente profumati. Compaiono aprile/maggio. Questa varietà è adatta alla coltivazione in spazi limitati.
 p. Asano. Origine orticola, altezza pianta 6-9mt, diametro della chioma 4,5-7,5mt. Albero a portamento eretto, con foglie giovani assumono un color bronzo. I fiori doppi, rosa, larghi 2,5-4cm, riuniti in racemi, compaiono all’inizio di aprile.
 p. Avium. Asia occidentale. Altezza fino a 20mt, ampiezza chioma 6-9mt. E’ un albero vigoroso, a portamento spesso piramidale, con foglie che in autunno diventano rosse. Unitamente al p. Cerasus, ha originato i ciliegi tutt’ora coltivati come pianta da frutto. I fiori a coppa, bianchi, larghi 4cm, sbocciano ad aprile, in contemporanea con le foglie. La varietà Plena produce fiori doppi bianchi.
 p. Incisa. Giappone, altezza e diametro arbusto 3-4,5mt. Speciearbustiva, a volte coltivata come piccolo albero, porta foglie finemente cesellate, di piccole dimensioni, e fiori bianchi di circa 2cm che compaiono a marzo, prima delle foglie. La varietà “precox” fiorisce alla fine dell’inverno.
 p. Kanzan. Origine orticola, altezza 8-9mt, diametro chioma 5-7,5mt. Albero vigoroso, con branche rigide, rivolte verso l’alto. Il fogliame giovanile è rosso ramato. I fiori rosa sbocciano in primavera, in Aprile, in gruppi di 3-5 esemplari per mazzetto.
 p. Padus (Pado). Europa, Italia, Asia settentrionale. Altezza 6-9mt, larghezza chioma 4,5-6mt. Albero dai fiori bianchi profumati di mandorla, che compaiono in maggio.
 p. Serrulata. Cina. Albero di altezza 6-8mt, largo 5mt. Le foglie sono strette, simili a quelle del salice. I fiori di varie tonalità di rosa secondo la cultivar, compaiono in mazzetti appena prima delle foglie, in primavera (marzo/aprile).
 p. Subhirtella. Giappone. Altezza e diametro chioma 8-10mt. Questa specie porta i fiori rosa chiaro, riuniti in mazzetti, color rosa pallido, sbocciano in marzo/aprile, in contemporanea all’emissione delle foglie, ricoprendo completamente le branche della pianta. La varietà Fukubana è una cultivar a fiore rosa più scuro, simile al p. Sakura, ha fiori semidoppi. La varietà Autumnalis produce fiori due volte l’anno, in primavera e in autunno, spesso i fiori compaiono anche nel periodo invernale.

COLTIVAZIONE
Entrambe le specie non hanno particolari esigenze climatiche: la tarda fioritura (aprile) non comporta problemi con eventuali gelate, e le basse temperature invernali sono ben sopportate. Le forti piogge possono provocare la cascola dei fiori, e durante la maturazione dei frutti, questi possono presentare screpolature e fenditure.
La messa a dimora delle giovani piante si effettua in novembre o in febbraio.

PARASSITI ANIMALI E VEGETALI
Afide Nero del Ciliegio, Afide Verde del Pesco, Limacina, Cocciniglie, Rodilegno, Mosca delle Ciliegie.
Cilindrosporiosi del Ciliegio, Coryneum, Mal del Piombo, Moniliosi, Tumori radicali.



I PESCHI (p. persica)
Pianta arborea di origine cinese, coltivata per i frutti e molto diffusa in Italia.
La pianta sviluppa un’altezza di 4-8m, con un diametro della chioma di 4-7m. L’apparato radicale della pianta è piuttosto superficiale. Predilige terreni sciolti, ben drenati.
Il fusto è contorto e la chioma tondeggiante.
Le foglie sono lanceolate, a margini seghettati, verde vivo sulla pagina superiore e grigio-verde sulla pagina inferiore.
I fiori, isolati, compaiono sui rami di un anno in primavera. Sono di colore rosa, raramente bianchi o rosa porpora.
Il frutto è una drupa tondeggiante con epicarpo tomentoso (buccia), mesocarpo polposo (bianco o giallo) ed endocarpo legnoso. Il seme, all’interno dell’endocarpo, si stacca facilmente. I frutti maturano in estate, e il loro colore varia dal rosa al giallo, a seconda della varietà.
Le varietà di pesco (salvo alcuni casi) sono autoimpollinanti.

COLTIVAZIONE
Il pesco cresce bene nelle regioni a clima mite, pur necessitando di un periodo di freddo invernale per la produzione di gemme da fiore (per questo il pesco viene coltivato principalmente nelle regioni settentrionali). Non sopporta comunque temperature al di sotto dei 15° sotto zero. Un altro pericolo per la produzione è causato dalle gelate tardive, in quanto la pianta ha fioritura precoce.
Per coltivare il pesco in terreni calcarei, questo deve essere innestato sul mandorlo.
La messa a dimora delle giovani piante deve essere eseguita, come per le altre specie di prunus, in novembre, prima delle gelate invernali, o in febbraio, prima della ripresa vegetativa.
Il pesco resiste abbastanza bene alla siccità, ma per migliorare la produzione è importante prestare molta attenzione alle irrigazioni.
Specie ornamentali:
 p. davidiana. Cina. Altezza 8-9mt, larghezza chioma 2,5-4,5mt. Alberello di piccole dimensioni, con portamento eretto, foglia lanceolata, appuntita e fiore solitario rosa, che compare in febbraio/marzo, prima delle foglie. La coltivazione necessita di aree al riparo dai venti e dal freddo.
 p. persica. Cina. Altezza e diametro chioma 5-7mt. Alberello di medie dimensioni, spesso coltivato anche come grande arbusto. Pianta molto vigorosa, ha foglie lanceolate, finemente dentate e fiore rosa carico semplice o doppio, a seconda della cultivar, che compaiono ala fine di aprile, prima delle foglie. Coltivazione in pieno sole.

PARASSITI ANIMALI E VEGETALI, FISIOPATIE
Afide Farinoso del Pesco e del Susino, Afide Verde del Pesco, Cocciniglia di San Josè, Cocciniglia Bianca del Gelso e del Pesco, Mosca Mediterranea della Frutta e degli Agrumi, Tignola del Pesco, Tignola Orientale del Pesco, Ragnetto Rosso dei Fruttiferi, Tripidi.
Mal della Bolla, Mummificazione delle Pesche, Oidio del Pesco, Cancro Rameale, Mal del Piombo
Clorosi.


I SUSINI (p. domestica, p. salicina)
Pianta arborea non molto longeva, coltivata prevalentemente per la produzione dei frutti. Le varietà maggiormente diffuse in Italia sono il prunus domestica e il prunus salicina.
La pianta sviluppa un’altezza di 7-10mt. L’apparato radicale è piuttosto superficiale.
Fusto lineare, con corteccia nerastra e screpolature longitudinali.
Scheda: Prunus Jkhevd


Scheda: Prunus 2drysyu

PRUNUS DOMESTICA
Il prunus domestica è fondamentalmente il progenitore di tutte le varietà da frutto di susino europeo.
Ha ramificazioni erette.
Le gemme a fiore si formano prevalentemente sui dardi a mazzetto.
Le foglie ovali e coriacee, tomentose sulla pagina inferiore e crenate ai margini.
I fiori, bianco-avorio, sbocciano in primavera, subito dopo quelli del pesco.
I frutti sono drupe con polpa dolce, che si stacca facilmente dal nocciolo.
Scheda: Prunus Rh34p2

Scheda: Prunus 15s9e8p

PRUNUS SALICINA
Il prunus salicina è il padre delle varietà da produzione giapponese.
Ha chioma tondeggiante e rami pendenti.
Le gemme a fiore si formano prevalentemente sui rami di un anno, ma anche sui dardi a mazzetto.
Le foglie sono lanceolate, piuttosto sottili.
I fiori, bianchi, sbocciano prima di quelli del pesco.
I frutti sono drupe dolci con polpa aderente al nocciolo. La produzione è più abbondante rispetto alle varietà europee.

Alcune varietà (esistono anche varietà ibridate):
a. Europee: Agostana di Cesena, Regina Claudia Bianca, Regina Vittoria, Stanley.
b. Giapponesi: Burbank, Florentia, Sangue di Drago, Formosa, Rossa di Giugno.

Specie ornamentali
 p. Cerasifera. Grecia, Caucaso. Altezza massima 10mt, larghezza chioma 6-8mt. Albero folto, dal portamento tondeggiante. I fiori, larghi 1,5-2cm, sbocciano in febbraio-marzo, contemporaneamente alle foglie. Gli esemplari maturi producono piccole susine rosse o gialle, dolciastre. E’ una pianta adatta alla formazione di siepi. Esistono diverse varietà coltivate, tra cui le più conosciute: “Atropurpurea”, con fogliame rosso-violaceo e fioritura rosa pallido, quasi bianco; “Nigra” ha foglie rosso-nerastre e fiori rosa. La specie tipica è identificata come Mirabilano, molto importante in ambito agricolo.
 p. Domestica. Asia occidentale. Altezza 7mt, larghezza 4-6mt. Arbusto o piccolo albero, con foglie ellittiche dentellate ai margini, di colore verde chiaro. I fiori bianchi compaiono in marzo/aprile. E’ il progenitore dei comuni susini da produzione. Non è molto usata come pianta ornamentale.
 p. Spinosa (prugnolo). Europa, Italia, Africa Settentrionale e Asia occidentale. Altezza e diametro chioma 2,5-5mt. Piccolo albero folto o arbusto, ha foglie ovate, verde scuro. I fiori bianchi compaiono in primavera sui rami maturi, ben lignificati, ricoprono completamente le branche. Produce piccole prugne nere, molto dolci.

COLTIVAZIONE
Il susino cresce bene nei terreni freschi, ben drenati. Le varietà europee sono più adattabili a eventuali terreni argillosi, rispetto a quelle giapponesi.
Dal punto di vista climatico, le varietà europee sono più adattabili ai climi freddi settentrionali (fioritura tardiva), e quelle giapponesi ai climi mediterranei (fioritura precoce).
Dal punto di vista nutritivo, il susino ha esigenze simili al pesco.
La messa a dimora delle giovani piante si effettua, come per le altre piante da frutto, in autunno, prima dei geli invernali, o a febbraio, quando il terreno è più morbido.

PARASSITI ANIMALI E VEGETALI
Afide Farinoso del Pesco e del Susino, Afide Verde del Pesco, Cocciniglia di San Josè, Falena Invernale degli Alberi da Frutto, Ragnetto Rosso dei Fruttiferi.
Gommosi, Mummificazione delle Pesche e delle Susine, Mal del Piombo, Bozzacchioni del Susino.


PROPAGAZIONE
Tutte le specie di Prunus si possono moltiplicare per seme, le varietà si propagano a vegetazione, tramite innesti.
La semina si effettua all’aperto, nel periodo autunnale, avendo cura di proteggere il vaso da gelate. La primavera successiva, nasceranno nuove piantine, da proteggere in zona ombreggiata fino al periodo autunnale; successivamente i giovani astoni saranno protetti in serra fredda, per superare l’inverno. L’anno seguente, le piantine potranno essere coltivare in piena terra. Gli alberi ottenuti da seme sono generalmente più longevi.

 Mandorli: Amygdalus;
la moltiplicazione si effettua tramite semina, effettuata all’inizio della primavera, per ottenere franchi da innestare o anche piante da frutto. La semina si effettua direttamente a dimora, perché il mandorlo non sopporta molto bene i trapianti.
Le varietà pregiate si innestano a gemma vegetante, a spacco o a corona, sui franchi. E’ possibile comunque innestare anche su altre specie di prunus, quali il pesco, l’albicocco e il susino.
Nei p. glandulosa (vedi mandorli), la propagazione avviene per propaggine, in primavera; le piantine si separano dalla pianta madre nella primavera del secondo anno.


 Albicocchi: Armeniaca;
l’albicocco si moltiplica per seme solo per la produzione di portainnesti. Le varietà si moltiplicano per innesto. E’ possibile innestare anche su susino, mandorlo e pesco.


 Ciliegi: Cerasus; Avium;
Il ciliegio dolce viene moltiplicato per seme solo per l’ottenimento di piantine per l’innesto delle varietà selezionate. Il ciliegio acido può essere moltiplicato per seme, in quanto le piantine ottenute presentano caratteristiche simili a quelle della pianta madre. Tali semi devono essere stratificati in agosto. La semina avviene all’aperto, in primavera. In autunno le piantine nate devono essere protette.
Il ciliegio dolce si moltiplica per innesto, operazione che può essere eseguita con diverse tecniche; a gemma dormiente in agosto, o a triangolo in febbraio. Nel primo caso si utilizzano piantine di un anno e mezzo, nel secondo piante di due anni. Il ciliegio dolce si può innestare anche sul ciliegio di Santa Lucia (p. mahaleb o magaleppo), che permette di ottenere piante precocemente produttivi, particolarmente resistenti al freddo e al calcare. Tali piante non sono purtroppo molto longeve, e sono di altezza limitata.
E’ possibile anche utilizzare il ciliegio acido come portainnesto delle cultivar dolci, adatto a terreni molto pesanti, eccessivamente umidi o siccitosi.
I ciliegi giapponesi si innestano in marzo o in luglio su franco di p. avium.




 Peschi: Persica;
generalmente per la propagazione del pesco si ricorre all’innesto, anche se per un buon numero di varietà c’è la possibilità di moltiplicazione da seme. L’innesto si esegue generalmente a gemma dormiente, su piantine nate nella primavera dello stesso anno, in agosto-settembre. Il portainnesti più usato è il franco, anche se il mandorlo è particolarmente adatto alla coltivazione in terreni siccitosi e calcarei.


 Susini: Cerasifera;
alcune varietà europee possono essere propagate per seme, in quanto le piante ottenute presentano caratteristiche simili a quelle della pianta madre; generalmente però si ricorre all’innesto a gemma dormiente in agosto/settembre. I portainnesti maggiormente usati sono il franco da seme, il mirabolano (p. cerasi fera), il mandorlo e il pesco.

La moltiplicazione per talea è realizzabile sulle specie a fiore piccolo, quali il p. cerasifera, p. incisa, p. spinosa, p. subhirtella; in luglio si prelevano porzioni di ramo semimaturo (getti dell’anno) lunghi 8-10cm, e si piantano in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, preservandoli dai geli invernali fino a primavera. Le talee radicate si rinvasano in vasi da coltivazione dove resteranno per 1 o 2 anni, per poi essere messe a dimora. Per i p. laurocerasus ,le talee si prelevano in agosto-settembre.
Nelle specie pollonanti, i polloni radicati devono essere prelevati in autunno e protetti in serra fredda dai geli invernali.


POTATURA
In questa sezione, considereremo solo le potature di risanamento, e di impostazione. Le potature riguardanti la produzione su larga scala non saranno prese in esame.
 Mandorli:
nelle specie ornamentali, non è necessaria una potatura regolare; le specie p. glandulosa, p. triloba,si accorciano a due germogli dalla base dopo la fioritura.
 Albicocchi:
la specie non sopporta bene le potature; viene allevata nella sua forma naturale, effettuando il minor numero possibile di tagli.
 Ciliegi:

 Peschi:
le specie ornamentali non necessitano di potatura. Per le specie non ornamentali si tenga presente che la chioma tende a portarsi nella periferia dei rami, per cui è necessaria una potatura di arretramento annuale.
La potatura del pesco è piuttosto intensa, data la grande produzione di massa vegetativa: si tende infatti a rinnovare continuamente la vegetazione; questo implica anche che la vita produttiva della pianta sarà molto lunga, in quanto questa rinnoverà spesso tutti i suoi rami produttivi.
Il pesco nell’arco della stagione vegetativa produce diversi tipi di ramificazione: rami misti, brindilli, dardi a mazzetto o mazzetti di maggio; nell’effettuare la potatura occorre tenere presente tale produzione e agire di conseguenza:
 i rami a legno possono essere usati per la formazione di nuove branchie, o essere potati drasticamente, in modo che producano rami a frutto;
 i rami misti vanno accorciati o diradati, in quanto generalmente sono piuttosto deboli;
 i dardi a mazzetto non devono essere tagliati: non sono mai troppo abbondanti;
 i brindilli devono essere diradati;
 Susini:
le specie ornamentali non necessitano di potatura. Per le specie non ornamentali la potatura di produzione, si tenga presente che i susini giapponesi hanno necessità di potature più “forti” rispetto alle varietà europee.
Sui susini giapponesi è inoltre opportuno eseguire un diradamento dei frutti , dal momento che la pianta non riuscirebbe a portarli tutti a maturazione, vista la grande produzione.
Le siepi si pareggiano dopo la fioritura.



RACCOLTA DEI FRUTTI
 Mandorli: raccolta in agosto-settembre, prima della maturazione dei frutti, all’apertura del mesocarpo. Le varietà a consumo fresco si raccolgono prima dell’apertura del mesocarpo.
 Albicocchi: alla maturità dei frutti.
 Ciliegi: le specie di ciliegio selvatico e acido producono frutti per circa 30 anni. Gli innesti sul Santa Lucia per 25 anni. La raccolta deve effettuarsi in più riprese, in quanto non tutti i frutti maturano nello stesso periodo, e quelli acerbi non completano la maturazione dopo la raccolta. I dardi a mazzetto devono essere salvaguardati.
 Peschi: i frutti non completano la maturazione una volta raccolti, per cui devono essere lasciati a maturare sulla pianta. Si tenga inoltre presente che data la delicatezza del frutto, è importante agire con cautela nella loro raccolta e nel trasporto.
 Susini: i frutti maturano da giugno a settembre (a seconda della varietà), comunque la raccolta si effettua in più riprese. Il ciclo di produzione di una pianta dura circa 20 anni, la piena produzione parte dopo circa 5 anni dall’impianto.


Appendice 1 - parassiti
Parassiti animali
AFIDE FARINOSO DEL PESCO E DEL SUSINO I rami e la pagina inferiore della foglia vengono ricoperte di cera farinosa, biancastra e zuccherina, che provoca il disseccamento delle foglie e la caduta dei frutti.
AFIDE NERO DEL CILIEGIO CILIEGIO: infesta principalmente le giovani piante, arricciando le foglie e danneggiando gli apici vegetativi, limitando la produzione. Favorisce lo sviluppo di fumaggini.
AFIDE VERDE DEL PESCO Le foglie diventano bollose e increspate, poi ingialliscono e seccano.
COCCINIGLIA i rametti seccano e favorisce lo sviluppo di fumaggini.
COCCINIGLIA BIANCA DEL GELSO E DEL PESCO Forma incrostazioni sul tronco e sui rami. La produzione si riduce.
COCCINIGLIA DI SAN JOSE’ Forma incrostazione sui rami. In caso di attacchi gravi, vengono infestate anche le foglie. Normalmente, i frutti non vengono danneggiati.
FALENA INVERNALE DEGLI ALBERI DA FRUTTO Si nutre delle foglie, provocando una diminuzione della produttività.
LIMACINA le larve si nutrono del mesofillo delle foglie, lasciando intatta la pagina inferiore. Le foglie si arrotolano a sigaro, e cadono. In casi gravi la pianta viene completante defogliata.
MOSCA DELLE CILIEGIE attacca i frutti, scavando gallerie intorno al picciolo. I frutti colpiti marciscono e cadono.
MOSCA MEDITERRANEA DELLA FRUTTA E DEGLI AGRUMI Le larve si sviluppano nella polpa dei frutti, che marciscono e cadono.
RAGNETTO ROSSO DEI FRUTTIFERI Danneggia le foglie, provocandone la caduta.
RODILEGNO penetrano all’interno del fusto e dei rami, provocando poi la morte della pianta.
TIGNOLA DEL PESCO Danneggia i giovani germogli.
TIGNOLA ORIENTALE DEL PESCO Compare dopo la Tignola del Pesco. Le larve della prima generazione danneggiano i germogli, mentre la seconda e la terza penetrano nel frutto fino all’endocarpo, rodendo anche il seme.
TRIPIDI Provocano la deformazione dei frutti.




Parassiti vegetali
BOZZACCIONI DEL SUSINO Provoca gravi danni. Le foglie presentano macchie gialle, e i frutti non si sviluppano: assumono una forma allungata, diventano rugosi e si spaccano.
CANCRO RAMEALE Favorisce lo sviluppo di cancri, con dissecamento di gemme e rametti e fuoriuscita di gomma.
CILINDROSPIRIOSI DEL CILIEGIO Colpisce prevalentemente le foglie. Si manifesta con macchie violacee e con la caduta delle foglie.
CORYNEUM Determina la formazione di fori sulle foglie. I frutti si macchiano di nero e cadono prematuramente.
GOMMOSI Si manifesta con la fuoriuscita di una sostanza gommosa dai tessuti della pianta. Può essere provocata sia da condizione ambientali sfavorevoli, sia da attacchi parassitari. Spesso viene veicolata da insetti.
MAL DEL PIOMBO Le foglie diventano grigiastre e presentano una lamina molto fragile. Facendo una sezione del tronco, si nota una zona bruna sul legno. Successivamente, il fungo compare sulla corteccia, e la pianta muore.
MAL DELLA BOLLA Bollosità e deformazioni rossastre sulle foglie.
MONILIOSI Compare in primavera. Colpisce fiori e rametti, che disseccano. I frutti marciscono e si mummificano.
MUMMIFICAZIONE DELLE PESCHE E DCELLE SUSINE Imbrunimento dei fiori e dissecamento dei rametti che li portano, i frutti marciscono e mummificano.
OIDIO DEL PESCO I giovani germogli si coprono di macchie bianche, i frutti vengono danneggiati da macchie chiari e poi imbruniscono.
TUMORI RADICALI Provocano una crescita stentata e successivamente la morte della pianta. La malattia si manifesta con escrescenze sulle radici.

Fisiopatie
CLOROSI Ingiallimento diffuso sulle foglie e diminuzione della produttività (vegetativa e fruttifera).


Aggiornamento a cura di Cassandra in data 26 Apr.2009


FAMIGLIA: ROSACEAE (Rosacee)
Questa Famiglia, che comprende migliaia di specie riunite in centinaia di Generi diversi, diffuse principalmente nelle zone temperate dell'emisfero boreale, è tra le più importanti economicamente, poichè moltissime specie vengono coltivate come piante da frutto ma anche a scopo ornamentale. Comprende piante erbacee, arbustive e arboree, solitamente a foglia caduca ma anche sempreverdi. Le foglie, semplici o composte, sono quasi sempre alterne e sempre con stipole. I fiori, come nella pianta che dà il nome a tutta la Famiglia ovvero la Rosa (selvatica), è sempre a simmetria radiale e normalmente a 5 petali. I frutti invece possono essere di vario tipo, e soprattutto in base a questi la Famiglia è divisa in Sottofamiglie:

- SPIRAEOIDEAE: i frutti sono secchi a follicolo, formati da 5 sezioni.
Generi principali: Spiraea.

- ROSOIDEAE: i frutti sono piccoli, ad achenio o polidrupa.
Generi principali: Rosa, Potentilla, Fragaria (fragola), Rubus (rovo: more, lamponi).

- MALOIDEAE: i frutti sono pomi (falsi frutti).
Generi principali: Chaenomeles (cotogno da fiore), Cotoneaster, Crataegus (biancospino), Pyracantha, Sorbus, e alberi da frutta che vengono spesso chiamati "Pomacee": Malus (melo), Pyrus (pero), Cydonia (cotogno).

- PRUNOIDEAE: i frutti sono a drupa.
Generi principali: Prunus; gli alberi da frutta appartenenti a questo genere vengono spesso chiamati "Drupacee": pesco, albicocco, ciliegio, susino, mandorlo.
Tiger
Tiger

Messaggi : 1839
Data d'iscrizione : 09.01.15
Età : 49
Località : Montevarchi (Ar) (m.s.m 200)

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.