IL "FALSO RINVASO"
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IL "FALSO RINVASO"
IL "FALSO RINVASO"
articolo di Claudia Marconi
Poichè una delle domande più frequenti dei nuovi iscritti è "cos'è un falso rinvaso?", ho deciso di scrivere un mini-articoletto per spiegare schematicamente di cosa si tratta.
Vediamo prima di tutto come si fa operativamente il falso rinvaso.
Prendiamo la nostra pianta:
Se sono presenti fili di ancoraggio alla base della pianta legati ai fori di drenaggio sotto al vaso, tagliamoli. Di solito però, se il nostro bonsai sta ancora nel vaso che aveva quando lo abbiamo acquistato, non sono presenti fili di ancoraggio. Prendiamo dunque la pianta per il tronco e delicatamente tiriamola fuori dal vaso, cercando di estrarre il pane radicale intatto:
A questo punto possiamo allargare delicatamente qualcuna delle radici più esterne, ma solo se si riesce a farlo senza rompere il panetto di terra e senza danneggiare le radici, altrimenti è meglio lasciare tutto com'è, panetto di terra compatto a forma di vaso con le radici che corrono tutte intorno:
Ora basta inserire il nostro bonsai in un vaso più grande, per esempio una normale ciotola rotonda di plastica da coltivazione, ma va bene qualsiasi vaso purchè un po' più grande del precedente:
Il nuovo vaso andrà preparato come sempre, e cioè sistemeremo le retine di drenaggio sui fori in fondo al vaso (che ho rappresentato con le righe nere nella prossima immagine), e sopra a queste sistemeremo uno strato di drenaggio di un paio di cm costituito da inerte grossolano, per esempio pomice o lapillo o anche akadama di granulometria medio-grande (rappresentato dallo strato grigio a palline sul fondo del vaso). Poi, sopra lo strato di drenaggio, metteremo un po' di substrato nuovo. Il nuovo substrato dovrà essere come per un normale rinvaso molto drenante, si può usare per esempio akadama da sola o pomice da sola di granulometria media o un mix delle due, oppure si può aggiungere a questi materiali inerti un po' di torba o terriccio universale ma in percentuale molto bassa (massimo 30%). Poi basterà poggiare il pane radicale del nostro bonsai su questo strato e, se abbiamo liberato qualche radice, la allargheremo un po' a raggera. Quindi riempiremo anche lo spazio intorno al pane radicale con un altro po' di substrato, e il gioco è fatto! In pratica avremo immerso il vecchio pane radicale nel nuovo substrato, sotto e intorno (area marrone nella figura). A volte non è necessario fissare la pianta al vaso, ma di norma è meglio fissarla con un paio di fili ai fori di drenaggio, che stringeremo direttamente sul vecchio pane radicale (rappresentati in rosso):
E' importante non lasciare spazio o sacche d'aria tra il vecchio pane radicale e il nuovo substrato, perchè ciò impedirebbe alle radici di allungarsi in esso, che è invece lo scopo e l'utilità del falso rinvaso, quindi accostiamolo e assestiamolo molto bene. exclaim
E' meglio non mettere il substrato nuovo anche sopra al vecchio terriccio, è meglio invece che si possa vedere la superficie del vecchio pane radicale per controllare che con le annaffiature si bagni per bene. Non è infrequente infatti che il vecchio pane radicale sia talmente asfittico e compatto che l'acqua delle annaffiature scorre velocemente nel nuovo substrato senza bagnare internamente il vecchio! Le radici però sono inizialmente tutte contenute ancora nel vecchio pane radicale, quindi si rischia veramente di lasciarle a secco e di far morire la pianta! Bisogna sincerarsi perciò che l'acqua penetri bene anche nel vecchio pane radicale, versandola a più riprese, e se necessario facendo dei buchi sul terriccio vecchio con un bastoncino di legno.
E ora veniamo alle considerazioni teoriche: quando e perchè si fa un falso rinvaso?
Il falso rinvaso, a differenza del rinvaso vero e proprio che si può fare solo in determinati periodi, lo si può fare in qualsiasi momento, anche in piena estate in piena vegetazione, sempre. Infatti durante un rinvaso normale le radici vengono liberate dal vecchio terreno e vengono potate, operazioni che causano un forte stress per la pianta se non vengono effettuate in periodi ben precisi dell'anno (solitamente a fine inverno al gonfiarsi delle gemme). Invece durante un falso rinvaso le radici non vengono minimamente toccate (al massimo si allarga qualche radice esterna senza danneggiarla) e il pane di terra resta intatto (al massimo si sgretola e si stacca un po' di terra esternamente e da sotto, ma il 99% del pane radicale resta intatto), per cui se si opera in modo corretto non si provoca alla pianta alcuno stress, la pianta neanche se ne accorge, e si può agire in qualsiasi periodo dell'anno.
Il falso rinvaso è molto utile principalmente nei casi in cui la pianta è da troppo tempo nel vasetto in cui si trova per cui la terra è troppo compatta e vecchia, e le radici sono troppo fitte e ammassate e non hanno più spazio per crescere, quindi appare già stentata o si prevede che non vegeterà bene in futuro, tuttavia la pianta è già in piena vegetazione e quindi non è possibile fare un rinvaso vero e proprio. Con il falso rinvaso evitiamo lo stress del rinvaso che la pianta probabilmente non sopporterebbe, tuttavia forniamo comunque alle radici nuovo terriccio da colonizzare, in modo che la pianta possa vegetare nel migliore dei modi per la corrente stagione vegetativa! Sarà in occasione del successivo rinvaso vero e proprio che ci si occuperà di liberare le radici anche dal vecchio terriccio, potarle, direzionarle, ecc.
Se qualcuno vuole fare commenti, osservazioni, suggerimenti ecc può benissimo farlo in questo link:
https://bonsai-italia.forumattivo.it/t252-il-falso-rinvaso
articolo di Claudia Marconi
Poichè una delle domande più frequenti dei nuovi iscritti è "cos'è un falso rinvaso?", ho deciso di scrivere un mini-articoletto per spiegare schematicamente di cosa si tratta.
Vediamo prima di tutto come si fa operativamente il falso rinvaso.
Prendiamo la nostra pianta:
Se sono presenti fili di ancoraggio alla base della pianta legati ai fori di drenaggio sotto al vaso, tagliamoli. Di solito però, se il nostro bonsai sta ancora nel vaso che aveva quando lo abbiamo acquistato, non sono presenti fili di ancoraggio. Prendiamo dunque la pianta per il tronco e delicatamente tiriamola fuori dal vaso, cercando di estrarre il pane radicale intatto:
A questo punto possiamo allargare delicatamente qualcuna delle radici più esterne, ma solo se si riesce a farlo senza rompere il panetto di terra e senza danneggiare le radici, altrimenti è meglio lasciare tutto com'è, panetto di terra compatto a forma di vaso con le radici che corrono tutte intorno:
Ora basta inserire il nostro bonsai in un vaso più grande, per esempio una normale ciotola rotonda di plastica da coltivazione, ma va bene qualsiasi vaso purchè un po' più grande del precedente:
Il nuovo vaso andrà preparato come sempre, e cioè sistemeremo le retine di drenaggio sui fori in fondo al vaso (che ho rappresentato con le righe nere nella prossima immagine), e sopra a queste sistemeremo uno strato di drenaggio di un paio di cm costituito da inerte grossolano, per esempio pomice o lapillo o anche akadama di granulometria medio-grande (rappresentato dallo strato grigio a palline sul fondo del vaso). Poi, sopra lo strato di drenaggio, metteremo un po' di substrato nuovo. Il nuovo substrato dovrà essere come per un normale rinvaso molto drenante, si può usare per esempio akadama da sola o pomice da sola di granulometria media o un mix delle due, oppure si può aggiungere a questi materiali inerti un po' di torba o terriccio universale ma in percentuale molto bassa (massimo 30%). Poi basterà poggiare il pane radicale del nostro bonsai su questo strato e, se abbiamo liberato qualche radice, la allargheremo un po' a raggera. Quindi riempiremo anche lo spazio intorno al pane radicale con un altro po' di substrato, e il gioco è fatto! In pratica avremo immerso il vecchio pane radicale nel nuovo substrato, sotto e intorno (area marrone nella figura). A volte non è necessario fissare la pianta al vaso, ma di norma è meglio fissarla con un paio di fili ai fori di drenaggio, che stringeremo direttamente sul vecchio pane radicale (rappresentati in rosso):
E' importante non lasciare spazio o sacche d'aria tra il vecchio pane radicale e il nuovo substrato, perchè ciò impedirebbe alle radici di allungarsi in esso, che è invece lo scopo e l'utilità del falso rinvaso, quindi accostiamolo e assestiamolo molto bene. exclaim
E' meglio non mettere il substrato nuovo anche sopra al vecchio terriccio, è meglio invece che si possa vedere la superficie del vecchio pane radicale per controllare che con le annaffiature si bagni per bene. Non è infrequente infatti che il vecchio pane radicale sia talmente asfittico e compatto che l'acqua delle annaffiature scorre velocemente nel nuovo substrato senza bagnare internamente il vecchio! Le radici però sono inizialmente tutte contenute ancora nel vecchio pane radicale, quindi si rischia veramente di lasciarle a secco e di far morire la pianta! Bisogna sincerarsi perciò che l'acqua penetri bene anche nel vecchio pane radicale, versandola a più riprese, e se necessario facendo dei buchi sul terriccio vecchio con un bastoncino di legno.
E ora veniamo alle considerazioni teoriche: quando e perchè si fa un falso rinvaso?
Il falso rinvaso, a differenza del rinvaso vero e proprio che si può fare solo in determinati periodi, lo si può fare in qualsiasi momento, anche in piena estate in piena vegetazione, sempre. Infatti durante un rinvaso normale le radici vengono liberate dal vecchio terreno e vengono potate, operazioni che causano un forte stress per la pianta se non vengono effettuate in periodi ben precisi dell'anno (solitamente a fine inverno al gonfiarsi delle gemme). Invece durante un falso rinvaso le radici non vengono minimamente toccate (al massimo si allarga qualche radice esterna senza danneggiarla) e il pane di terra resta intatto (al massimo si sgretola e si stacca un po' di terra esternamente e da sotto, ma il 99% del pane radicale resta intatto), per cui se si opera in modo corretto non si provoca alla pianta alcuno stress, la pianta neanche se ne accorge, e si può agire in qualsiasi periodo dell'anno.
Il falso rinvaso è molto utile principalmente nei casi in cui la pianta è da troppo tempo nel vasetto in cui si trova per cui la terra è troppo compatta e vecchia, e le radici sono troppo fitte e ammassate e non hanno più spazio per crescere, quindi appare già stentata o si prevede che non vegeterà bene in futuro, tuttavia la pianta è già in piena vegetazione e quindi non è possibile fare un rinvaso vero e proprio. Con il falso rinvaso evitiamo lo stress del rinvaso che la pianta probabilmente non sopporterebbe, tuttavia forniamo comunque alle radici nuovo terriccio da colonizzare, in modo che la pianta possa vegetare nel migliore dei modi per la corrente stagione vegetativa! Sarà in occasione del successivo rinvaso vero e proprio che ci si occuperà di liberare le radici anche dal vecchio terriccio, potarle, direzionarle, ecc.
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