Vitis Vinifera: perchè la vite bonsai non fruttifica
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Vitis Vinifera: perchè la vite bonsai non fruttifica
Dunque, inizio questo discorso nel tentativo di spiegare, il più semplicisticamente possibile, le ragioni delle difficoltà che molti bonsaisti incontrano nel tentare di far fruttificare una vite allevata a bonsai . A tale comportamento sottostà principalmente la complessità fisiologica della vitis vinifera, che adesso cercherò di illustrare facendo un piccolo parallelo con un'altra pianta a foglie alterne: l'olmo.
Come tutti sapranno il segmento di ramo compreso fra due foglie viene detto internodo, mentre il punto di inserzione della foglia rappresenta il nodo: in una pianta a foglie alterne, generalmente, in ogni nodo si trovano solo due strutture, ovvero il picciolo fogliare che si inserisce formando l'ascella fogliare, e la gemma ascellare, la quale a seconda di vari fattori (specie, stagione, posizione sulla pianta) può maturare in una gemma a legno, che darà origine ad un nuovo ramo nella successiva stagione vegetativa, o a fiore, che genererà le strutture dell'infiorescenza e, dopo la fecondazione, quelle del frutto (è molto semplificato perché non tengo in considerazione la possibilità di gemme miste eccetera, ma spero che sia comunque abbastanza chiaro).
Per quel che riguarda la vite, invece, il discorso è alquanto più complicato perché in ogni nodo si inseriscono non due, bensì quattro strutture differenti exclaim , di cui ora cercherò di illustrare struttura e comportamento.
Partiamo da un tralcio di vite raccolto da una pianta in un vigneto a fine maggio e quindi già relativamente maturo: esso è nato, molto probabilmente, dalla cosiddetta “gemma ibernante” o “dormiente” che si è formata l'anno precedente presso l'ascella di una foglia. Se esaminiamo i nodi del nostro tralcio, potremo notare i quattro organi che si inseriscono su ognuno di essi: innanzitutto c'è la foglia, visibile immediatamente, responsabile della fotosintesi eccetera eccetera. In posizione opposta alla foglia rispetto al centro del nodo possiamo trovare o un'infiorescenza, che a fine stagione si sarà trasformata in grappolo, oppure un viticcio che la pianta usa per fissarsi ad un supporto. In prossimità dell'ascella fogliare troviamo invece una gemma dormiente ed una gemma pronta. Se la pianta è sufficientemente matura e non subirà grossi interventi, da maggio in poi ogni gemma pronta darà origine ad un ramo a legno non molto vigoroso chiamato femminella, mentre la gemma dormiente dormo_xx continuerà la sua maturazione senza aprirsi e, l'anno successivo, darà un nuovo tralcio a frutto birra_xx .
Foto che ho scattato su un tralcio della mia vite in fase di crescita libera.
In viticoltura, le femminelle vengono parzialmente rimosse fra giugno e luglio, quelle rimaste sono tagliate tutte con la potatura invernale in modo che la pianta possa dirigere tutte le sue energie sulle gemme ibernanti, LE UNICHE che daranno rami fruttiferi la stagione successiva.
E qui iniziano i problemi a livello bonsaistico oth_1 . Se la vite subisce potatura verde prima di maggio, si perdono tutte le gemme dormienti che si sarebbero dovute formare lungo la parte di ramo eliminata, e si riduce la probabilità che le gemme superstiti completino la maturazione correttamente. Con potatura e defogliazione dopo maggio, la pianta sarà obbligata ad attivare sia le gemme pronte che quelle dormienti per sostituire la vegetazione perduta, con la conseguenza che tutte le gemme dormienti disponibili perdono la possibilità di ibernarsi la stagione successiva e completare la differenziazione a frutto.
L'unico modo per ottenere una vite bonsai fruttificante, pertanto, è eseguire potature verdi ritardate e non troppo aggressive per essere sicuri che tutto il verde rimosso possa essere ricostituito dalle sole femminelle, lasciando a qualche gemma dormiente la possibilità di terminare il suo percorso. Come tutte le piante ad infiorescenza tardiva, dunque, sarà necessario “preparare” il bonsai l'anno prima se si vorrà vedere dei frutti quello dopo. Frutti che comunque, se la pianta non è abbastanza vigorosa, potrebbero comunque non formarsi marameo_xx .
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo xd
MirkoB
Come tutti sapranno il segmento di ramo compreso fra due foglie viene detto internodo, mentre il punto di inserzione della foglia rappresenta il nodo: in una pianta a foglie alterne, generalmente, in ogni nodo si trovano solo due strutture, ovvero il picciolo fogliare che si inserisce formando l'ascella fogliare, e la gemma ascellare, la quale a seconda di vari fattori (specie, stagione, posizione sulla pianta) può maturare in una gemma a legno, che darà origine ad un nuovo ramo nella successiva stagione vegetativa, o a fiore, che genererà le strutture dell'infiorescenza e, dopo la fecondazione, quelle del frutto (è molto semplificato perché non tengo in considerazione la possibilità di gemme miste eccetera, ma spero che sia comunque abbastanza chiaro).
Per quel che riguarda la vite, invece, il discorso è alquanto più complicato perché in ogni nodo si inseriscono non due, bensì quattro strutture differenti exclaim , di cui ora cercherò di illustrare struttura e comportamento.
Partiamo da un tralcio di vite raccolto da una pianta in un vigneto a fine maggio e quindi già relativamente maturo: esso è nato, molto probabilmente, dalla cosiddetta “gemma ibernante” o “dormiente” che si è formata l'anno precedente presso l'ascella di una foglia. Se esaminiamo i nodi del nostro tralcio, potremo notare i quattro organi che si inseriscono su ognuno di essi: innanzitutto c'è la foglia, visibile immediatamente, responsabile della fotosintesi eccetera eccetera. In posizione opposta alla foglia rispetto al centro del nodo possiamo trovare o un'infiorescenza, che a fine stagione si sarà trasformata in grappolo, oppure un viticcio che la pianta usa per fissarsi ad un supporto. In prossimità dell'ascella fogliare troviamo invece una gemma dormiente ed una gemma pronta. Se la pianta è sufficientemente matura e non subirà grossi interventi, da maggio in poi ogni gemma pronta darà origine ad un ramo a legno non molto vigoroso chiamato femminella, mentre la gemma dormiente dormo_xx continuerà la sua maturazione senza aprirsi e, l'anno successivo, darà un nuovo tralcio a frutto birra_xx .
Foto che ho scattato su un tralcio della mia vite in fase di crescita libera.
In viticoltura, le femminelle vengono parzialmente rimosse fra giugno e luglio, quelle rimaste sono tagliate tutte con la potatura invernale in modo che la pianta possa dirigere tutte le sue energie sulle gemme ibernanti, LE UNICHE che daranno rami fruttiferi la stagione successiva.
E qui iniziano i problemi a livello bonsaistico oth_1 . Se la vite subisce potatura verde prima di maggio, si perdono tutte le gemme dormienti che si sarebbero dovute formare lungo la parte di ramo eliminata, e si riduce la probabilità che le gemme superstiti completino la maturazione correttamente. Con potatura e defogliazione dopo maggio, la pianta sarà obbligata ad attivare sia le gemme pronte che quelle dormienti per sostituire la vegetazione perduta, con la conseguenza che tutte le gemme dormienti disponibili perdono la possibilità di ibernarsi la stagione successiva e completare la differenziazione a frutto.
L'unico modo per ottenere una vite bonsai fruttificante, pertanto, è eseguire potature verdi ritardate e non troppo aggressive per essere sicuri che tutto il verde rimosso possa essere ricostituito dalle sole femminelle, lasciando a qualche gemma dormiente la possibilità di terminare il suo percorso. Come tutte le piante ad infiorescenza tardiva, dunque, sarà necessario “preparare” il bonsai l'anno prima se si vorrà vedere dei frutti quello dopo. Frutti che comunque, se la pianta non è abbastanza vigorosa, potrebbero comunque non formarsi marameo_xx .
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ed esaustivo xd
MirkoB
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