ACHTUNG, AFIDI IN SICHT !!!!!!!!!!
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ACHTUNG, AFIDI IN SICHT !!!!!!!!!!
Messaggio da KLINGO » 17 mag 2007, 14:23
Gli Afidi ( a volte volgarmente detti pidocchi delle piante ) sono una famiglia di Insetti fitofagi appartenenti all'ordine dei Rincoti
( no, non e' la contrazione di una parolaccia ).
Gli Afidi hanno un corpo di piccole dimensioni ( mediamente da 1 a 6 mm ) e piuttosto tozzo. Il capo e il torace sono marcatamente più piccoli dell'addome e il corpo assume una forma piriforme ed affusolata nella parte anteriore. Spesso e' presente uno spiccato polimorfismo con individui alati e atteri.
L'apparato boccale è di tipo pungente-succhiatore, con appendici trasformate in stiletti: è composto dal labbro superiore, molto allungato, da mandibole e mascelle stiliformi e da un labbro inferiore, detto rostro. La puntura si esegue introducendo gli stiletti indipendentemente l'uno dall'altro facendoli scorrere fino a raggiungere i succhi vegetali. Particolare è la posizione ventrale dell'apparato boccale, con la base del rostro disposta fra le anche delle zampe anteriori e l'alloggiamento in direzione posteriore lungo lo sterno.
Sull' addome sono presenti due tubi detti sifoni o cornicoli che sono utilizzati come mezzo di difesa: in situazione di pericolo secernono una cera fluida che solidifica rapidamente cementando l'apparato boccale o le zampe di un eventuale predatore. I sifoni emettono anche un feromone che ha la funzione di segnale chimico d'allarme.
Gli Afidi, tranne poche eccezioni, non dispongono di un proprio sistema escretore che provvede allo smaltimento dei cataboliti derivati dal metabolismo proteico. Lo stomodeo degli afidi è molto rudimentale e quindi molte sostanze zuccherine succhiate vengono appena digerite ed il surplus rilasciato all' esterno sotto forma di melata, di cui le formiche sono ghiottissime.
La nutrizione avviene a spese dei succhi di singole cellule parenchimatiche oppure a spese della linfa elaborata. In questo caso gli stiletti sono in grado di perforare i tessuti vegetali penetrando in profondità ed iniettando la saliva necessaria a rendere più fluida la linfa. Questa passa lungo il canale alimentare per semplice risalita capillare, pertanto l'afide non deve esercitare alcuna forza di suzione.
Attenzione quindi ad evitare di togliere gli afidi spruzzando acqua con forza, esiste il rischio di staccare l' afide dallo stiletto, lasciando quest' ultimo conficcato nella pianta, con conseguente continua fuoruscita di linfa.
Un aspetto peculiare del potenziale riproduttivo di molte specie di Afidi è la viviparità.
Nelle specie vivipare, le femmine partenogenetiche sono dette virginopare e al loro interno si sviluppano gli embrioni di TRE generazioni annidate, che nel corso della crescita passano attraverso quattro fasi neanidali di mutazione liberandosi ad ogni passaggio dell' esoscheletro molle detto esuvia, di colore bianco, la cui presenza deve quindi metterci in allarme.
Questo comportamento richiede un enorme apporto energetico, garantito dall'eccezionale capacità di alimentarsi di questi insetti, e spiega l' incredibile numero di generazioni che caratterizza il ciclo di vita degli afidi.
La comparsa delle virginogenie alate è da considerarsi un evento necessario per propagare la specie verso condizioni ambientali più favorevoli: il potenziale riproduttivo infatti si riduce nelle alate, che fondamentalmente sono meno feconde delle attere. La comparsa delle ali è perciò determinata soprattutto da fattori nutrizionali.
Un caso particolare si rileva nelle relazioni mutualistiche tra le formiche e gli afidi. Le formiche traggono infatti vantaggio dall'allevamento di virginogenie attere in quanto queste si nutrono con maggiore voracità e producono pertanto quantità più elevate di melata.
Attenzione quando vedete formiche ( e anche coccinelle, per motivi opposti, che verranno citati in seguito ) che gironzolano indisturbate.
Eccovi un breve riassunto dei danni principali arrecati dagli afidi.
Sottrazione di linfa: Si tratta del danno diretto che sottrae risorse energetiche alla pianta.
Alterazione della fisiologia: La saliva iniettata dagli stiletti mascellari interferisce con la fisiologia della pianta inducendo una maggiore attività respiratoria e, quindi, un maggiore dispendio di risorse energetiche.
Alterazione della struttura morfoanatomica: La saliva di molte specie contiene sostanze auxino-simili che producono fenomeni di alterazione dello sviluppo con formazione di galle, pseudogalle e deformazioni (arrotolamenti, accartocciamenti, arricciamenti fogliari). Queste alterazioni comportano una riduzione dell' area fogliare e conseguentemente un' abbassamento dell'efficienza fotosintetica delle piante.
Propagazione di virus: Gli afidi sono spesso vettori di virus. L'afide trae vantaggio dalla propagazione dei virus perché questi, inducendo una maggiore concentrazione di azoto solubile nella linfa, influiscono indirettamente sulla fecondità delle virginogenie. La possibilità di trasmissione delle virosi è spesso un'eventualità più temibile degli stessi danni diretti provocati dagli afidi, in quanto molte virosi possono causare la distruzione totale di una pianta.
Produzione di melata: La produzione di abbondanti secrezioni di melata rappresenta un danno indiretto perche' favorisce l'insediamento dei funghi agenti della fumaggine, dannosi perché lo sviluppo del micelio riduce l'efficienza della pianta.
Inoltre la sottrazione delle risorse energetiche della pianta porta ad un progressivo deperimento che ne riduce la resistenza naturale alle altre avversità. In definitiva le piante indebolite da attacchi intensi e ripetuti da parte degli afidi sono più esposte ad altri attacchi da parte ad esempio di funghi patogeni e di insetti xilofagi.
Combattere gli afidi
Tra i fattori di lotta alle infestazioni sono di particolare rilevanza quelli climatici. La temperatura è il fattore principale che provoca il drastico crollo delle popolazioni nelle regioni temperate, specie in quelle a inverno rigido. Nelle regioni con estati calde e asciutte il controllo sulle popolazioni è esercitato dalla riduzione della disponibilità alimentare. Per questi motivi le pullulazioni degli afidi sono particolarmente temibili, nelle nostre condizioni ambientali, soprattutto in primavera, in quando l'elevato numero di germogli teneri e l'elevato tenore in azoto solubile nella linfa hanno un effetto stimolante sulla fecondità delle virginogenie. Attenti quindi a controllare spesso le piante in caso di forti concimazioni con azoto !!!
Nella lotta biologica hanno un ruolo fondamentale gli insetti entomofagi.
Fra i predatori sono particolarmente attivi sugli afidi i Coleotteri Coccinellidi, i Ditteri Sirfidi, i Neurotteri Crisopidi e diversi Rincoti Eterotteri . I predatori sono spesso ostacolati dalle formiche, che giustamente tendono a proteggere le colonie allontanando i predatori.
Sciaguratamente, i periodi attivi degli Afidi e degli Insetti ausiliari sono purtroppo sfasati e gli entomofagi, pur essendo efficacissimi nel controllo biologico, fanno sentire il loro peso con grande ritardo (fine primavera, inizio estate), perciò da soli non sono in grado di controllare appieno le infestazioni di inizio primavera.
La lotta con prodotti chimici ad ampio spettro ( ad es Confidor, nell' utilizzo del quale e' opportuno limitarsi ad un solo intervento preventivo l' anno ) è efficace sulle prime infestazioni, ma può causare la comparsa di fenomeni di resistenza, rendendo difficile il controllo delle infestazioni successive ed inoltre abbattendo le prime popolazioni causa un ritardo nella dinamica di popolazione degli entomofagi, e per finire stermina anche l'entomofauna utile.
E' anche possibile tuttavia utilizzare prodotti a base di piretro o rotenone, in caso di attacchi successivi, avendo cura di cambiare spesso prodotto proprio per scongiurare fenomeni di resistenza.
Volendo, e' possibile anche impiegare sistemi casarecci come mix di acqua e sapone di Marsiglia ( 50g/litro, eventualmente sostituibile in meglio con sapone a base potassica, meno aggressivo per le piante ), macerati di aglio od ortica o tabacco, da impiegare a volonta', ma ahime' senza aspettarsi risultati immediati ed eclatanti, e sempre con beneficio d' inventario.
. . A(PH)IDS , se li conosci, li eviti
Il vostro Mister K
Se qualcuno vuole fare commenti, osservazioni, suggerimenti ecc può benissimo farlo in questa discussione:
viewtopic.php?f=8&t=5555
https://www.facebook.com/photos.php?id=1 ... 1579852803
Gli Afidi ( a volte volgarmente detti pidocchi delle piante ) sono una famiglia di Insetti fitofagi appartenenti all'ordine dei Rincoti
( no, non e' la contrazione di una parolaccia ).
Gli Afidi hanno un corpo di piccole dimensioni ( mediamente da 1 a 6 mm ) e piuttosto tozzo. Il capo e il torace sono marcatamente più piccoli dell'addome e il corpo assume una forma piriforme ed affusolata nella parte anteriore. Spesso e' presente uno spiccato polimorfismo con individui alati e atteri.
L'apparato boccale è di tipo pungente-succhiatore, con appendici trasformate in stiletti: è composto dal labbro superiore, molto allungato, da mandibole e mascelle stiliformi e da un labbro inferiore, detto rostro. La puntura si esegue introducendo gli stiletti indipendentemente l'uno dall'altro facendoli scorrere fino a raggiungere i succhi vegetali. Particolare è la posizione ventrale dell'apparato boccale, con la base del rostro disposta fra le anche delle zampe anteriori e l'alloggiamento in direzione posteriore lungo lo sterno.
Sull' addome sono presenti due tubi detti sifoni o cornicoli che sono utilizzati come mezzo di difesa: in situazione di pericolo secernono una cera fluida che solidifica rapidamente cementando l'apparato boccale o le zampe di un eventuale predatore. I sifoni emettono anche un feromone che ha la funzione di segnale chimico d'allarme.
Gli Afidi, tranne poche eccezioni, non dispongono di un proprio sistema escretore che provvede allo smaltimento dei cataboliti derivati dal metabolismo proteico. Lo stomodeo degli afidi è molto rudimentale e quindi molte sostanze zuccherine succhiate vengono appena digerite ed il surplus rilasciato all' esterno sotto forma di melata, di cui le formiche sono ghiottissime.
La nutrizione avviene a spese dei succhi di singole cellule parenchimatiche oppure a spese della linfa elaborata. In questo caso gli stiletti sono in grado di perforare i tessuti vegetali penetrando in profondità ed iniettando la saliva necessaria a rendere più fluida la linfa. Questa passa lungo il canale alimentare per semplice risalita capillare, pertanto l'afide non deve esercitare alcuna forza di suzione.
Attenzione quindi ad evitare di togliere gli afidi spruzzando acqua con forza, esiste il rischio di staccare l' afide dallo stiletto, lasciando quest' ultimo conficcato nella pianta, con conseguente continua fuoruscita di linfa.
Un aspetto peculiare del potenziale riproduttivo di molte specie di Afidi è la viviparità.
Nelle specie vivipare, le femmine partenogenetiche sono dette virginopare e al loro interno si sviluppano gli embrioni di TRE generazioni annidate, che nel corso della crescita passano attraverso quattro fasi neanidali di mutazione liberandosi ad ogni passaggio dell' esoscheletro molle detto esuvia, di colore bianco, la cui presenza deve quindi metterci in allarme.
Questo comportamento richiede un enorme apporto energetico, garantito dall'eccezionale capacità di alimentarsi di questi insetti, e spiega l' incredibile numero di generazioni che caratterizza il ciclo di vita degli afidi.
La comparsa delle virginogenie alate è da considerarsi un evento necessario per propagare la specie verso condizioni ambientali più favorevoli: il potenziale riproduttivo infatti si riduce nelle alate, che fondamentalmente sono meno feconde delle attere. La comparsa delle ali è perciò determinata soprattutto da fattori nutrizionali.
Un caso particolare si rileva nelle relazioni mutualistiche tra le formiche e gli afidi. Le formiche traggono infatti vantaggio dall'allevamento di virginogenie attere in quanto queste si nutrono con maggiore voracità e producono pertanto quantità più elevate di melata.
Attenzione quando vedete formiche ( e anche coccinelle, per motivi opposti, che verranno citati in seguito ) che gironzolano indisturbate.
Eccovi un breve riassunto dei danni principali arrecati dagli afidi.
Sottrazione di linfa: Si tratta del danno diretto che sottrae risorse energetiche alla pianta.
Alterazione della fisiologia: La saliva iniettata dagli stiletti mascellari interferisce con la fisiologia della pianta inducendo una maggiore attività respiratoria e, quindi, un maggiore dispendio di risorse energetiche.
Alterazione della struttura morfoanatomica: La saliva di molte specie contiene sostanze auxino-simili che producono fenomeni di alterazione dello sviluppo con formazione di galle, pseudogalle e deformazioni (arrotolamenti, accartocciamenti, arricciamenti fogliari). Queste alterazioni comportano una riduzione dell' area fogliare e conseguentemente un' abbassamento dell'efficienza fotosintetica delle piante.
Propagazione di virus: Gli afidi sono spesso vettori di virus. L'afide trae vantaggio dalla propagazione dei virus perché questi, inducendo una maggiore concentrazione di azoto solubile nella linfa, influiscono indirettamente sulla fecondità delle virginogenie. La possibilità di trasmissione delle virosi è spesso un'eventualità più temibile degli stessi danni diretti provocati dagli afidi, in quanto molte virosi possono causare la distruzione totale di una pianta.
Produzione di melata: La produzione di abbondanti secrezioni di melata rappresenta un danno indiretto perche' favorisce l'insediamento dei funghi agenti della fumaggine, dannosi perché lo sviluppo del micelio riduce l'efficienza della pianta.
Inoltre la sottrazione delle risorse energetiche della pianta porta ad un progressivo deperimento che ne riduce la resistenza naturale alle altre avversità. In definitiva le piante indebolite da attacchi intensi e ripetuti da parte degli afidi sono più esposte ad altri attacchi da parte ad esempio di funghi patogeni e di insetti xilofagi.
Combattere gli afidi
Tra i fattori di lotta alle infestazioni sono di particolare rilevanza quelli climatici. La temperatura è il fattore principale che provoca il drastico crollo delle popolazioni nelle regioni temperate, specie in quelle a inverno rigido. Nelle regioni con estati calde e asciutte il controllo sulle popolazioni è esercitato dalla riduzione della disponibilità alimentare. Per questi motivi le pullulazioni degli afidi sono particolarmente temibili, nelle nostre condizioni ambientali, soprattutto in primavera, in quando l'elevato numero di germogli teneri e l'elevato tenore in azoto solubile nella linfa hanno un effetto stimolante sulla fecondità delle virginogenie. Attenti quindi a controllare spesso le piante in caso di forti concimazioni con azoto !!!
Nella lotta biologica hanno un ruolo fondamentale gli insetti entomofagi.
Fra i predatori sono particolarmente attivi sugli afidi i Coleotteri Coccinellidi, i Ditteri Sirfidi, i Neurotteri Crisopidi e diversi Rincoti Eterotteri . I predatori sono spesso ostacolati dalle formiche, che giustamente tendono a proteggere le colonie allontanando i predatori.
Sciaguratamente, i periodi attivi degli Afidi e degli Insetti ausiliari sono purtroppo sfasati e gli entomofagi, pur essendo efficacissimi nel controllo biologico, fanno sentire il loro peso con grande ritardo (fine primavera, inizio estate), perciò da soli non sono in grado di controllare appieno le infestazioni di inizio primavera.
La lotta con prodotti chimici ad ampio spettro ( ad es Confidor, nell' utilizzo del quale e' opportuno limitarsi ad un solo intervento preventivo l' anno ) è efficace sulle prime infestazioni, ma può causare la comparsa di fenomeni di resistenza, rendendo difficile il controllo delle infestazioni successive ed inoltre abbattendo le prime popolazioni causa un ritardo nella dinamica di popolazione degli entomofagi, e per finire stermina anche l'entomofauna utile.
E' anche possibile tuttavia utilizzare prodotti a base di piretro o rotenone, in caso di attacchi successivi, avendo cura di cambiare spesso prodotto proprio per scongiurare fenomeni di resistenza.
Volendo, e' possibile anche impiegare sistemi casarecci come mix di acqua e sapone di Marsiglia ( 50g/litro, eventualmente sostituibile in meglio con sapone a base potassica, meno aggressivo per le piante ), macerati di aglio od ortica o tabacco, da impiegare a volonta', ma ahime' senza aspettarsi risultati immediati ed eclatanti, e sempre con beneficio d' inventario.
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